A prescindere da quanti studi siano stati condotti sull'influenza che la musica ha sulle nostre attività quotidiane, nessuno ha mai avuto dubbi sulla veridicità di questo assunto. Oggi la scienza però ha fatto un passo in avanti arrivando a stabilire in quali modalità, per quali attività ed esattamente come reagisce il nostro cervello quando ci perdiamo appresso alle canzoni preferite.
Ascoltare musica permette al nostro cervello di rilasciare grandi quantità di dopamina, un neurotrasmettitore che riduce stress e ansia. Per provarlo è stato condotto uno studio su pazienti in procinto di subire una delicata operazione; ad una prima metà sono stati somministrati farmaci ansiolitici, alla seconda è stata proposta una selezione di brani.
I risultati, pubblicati sulla rivista Trends in Cognitive Sciences, ci dicono che i pazienti che hanno curato la propria ansia con la musica hanno avuto effetti largamente più tangibili rispetto a chi era toccato di ingurgitare pillole. Solo una conferma, in molti penseranno che non ci fosse bisogno di pagare un’equipe di ricercatori per capire quanto sia piacevole e rilassante ascoltare la musica. D’altra parte ormai la musica è diventata più “trasportabile” che mai, la conserviamo nei i nostri smartphone o è sempre a nostra disposizione sui cloud. Ma siamo sicuri di avere sempre la musica scientificamente adatta ad ogni situazione? Cosa ascoltate, per esempio, quando lavorate?
Se vi lasciate andare alla vostra canzone preferita, quella con quel testo così coinvolgente, che così tante emozioni rievoca nel vostro cuore e nella vostra mente, sappiate che state commettendo un grave errore. Pare infatti che uno studio abbia dimostrato che ascoltare musica con testi, quindi cantata, diminuisca notevolmente la nostra capacità di concentrazione, cosa che non accade con la musica semplicemente suonata.
Così se desiderate aumentare le vostre performance in ufficio senza negarvi il relax di un sottofondo musicale, puntate a una buona selezione di musica classica, o Hip Hop se magari avete bisogno di un ritmo più serrato, va bene qualsiasi cosa non comprenda parole che possano in qualche modo mischiarsi a quelle che avete in testa e rallentarvi.
Ma ciò ovviamente non vale solo per chi è già entrato nel mondo del lavoro. Un altro studio, pubblicato su Psychology of Music, ci dice che sarebbe l’ideale anche per gli studenti poter ascoltare musica durante alcune fasi dello studio, per esempio quando hanno a che fare con test che richiedono un lungo lasso di tempo di concentrazione.
La rivista Quartz ha sentito lo psicologo sportivo Costas Karageorghis che ha condotto una ricerca specifica sull’effetto della musica durante un’altra fase importante della nostra giornata: l’attività fisica. “Durante i miei esperimenti personali, - sostiene il dottor Karageorghis - ho scoperto che la musica aiuta ad aumentare significativamente l'intensità, la velocità e la durata dei miei allenamenti.
Aumenta il mio umore nei giorni in cui non ho voglia di esercitarmi e mi ha aiutato a mantenere la mia abitudine di allenarmi cinque giorni a settimana”. Per tutti i pigri là fuori, incapaci di alzarsi dal divano, ipnotizzati davanti alla propria serie tv preferita: forse non è colpa vostra ma solo della playlist sbagliata.