Il primo ministro britannico Theresa May ha un piano per finanziare lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale da usare nella ricerca contro il cancro e nella medicina, in particolare nella diagnosi precoce.
Il progetto intende ridurre il numero dei decessi dovuti ad una diagnosi tardiva, e stima di poter diagnosticare precocemente i tumori alla prostata, alle ovaie, ai polmoni e all’intestino per 50mila persone annualmente, arrivando a salvare 22mila vite all’anno entro il 2033, secondo quanto riportato nel comunicato dello stesso governo.
Servizio sanitario e privati
In questo schema, May vuole far lavorare assieme le aziende tecnologiche e il servizio sanitario nazionale britannico (National Health Service, NHS) per sviluppare algoritmi che usino i dati dei pazienti al fine di allertare il medico curante quando sia consigliabile prescrivere una visita specialistica di controllo, riferisce il Guardian.
Infatti, per formulare queste indicazioni, il servizio sanitario nazionale metterà assieme cartelle e dati clinici sui pazienti con informazioni sulle loro abitudini e genetica, sottoponendo le informazioni raccolte ad alcune aziende tecnologiche specializzate in AI.
Una decisione che solleva dubbi su come verranno condivisi e utilizzati i dati, e sul ruolo giocato dal settore privato. Una delle ipotesi è che le aziende commerciali che parteciperanno al programma possano accedere ai dati sanitari per trarne profitto. Anche perché l’NHS ha messo assieme una grande quantità di informazioni sensibili e ambite che fanno gola a molte imprese. E le modalità di questa condivisione non sono note, né sono state espresse preoccupazioni al riguardo, al di là di un vago progetto su un comitato etico illustrato a gennaio da May. Ma già un accordo fra la società specializzata in AI DeepMind – di proprietà di Google - e il Royal Free Hospital, un grosso ospedale di Londra, che consentiva la condivisione di 1,6 milioni di dati clinici sui pazienti senza il loro consenso era stato bocciato dall’autorità per la protezione dei dati britannica.
Gli investimenti sulla AI
Ad aprile la Gran Bretagna aveva annunciato un piano di investimento ad hoc nell’intelligenza artificiale da 1,1 miliardi di euro, attraverso una collaborazione con aziende tech americane, telco europee, venture capital giapponese, che prevedeva anche il finanziamento di un migliaio di nuovi dottorati di ricerca nel settore e un centro per studi sull’etica e la sicurezza del machine learming.
L’annuncio seguiva quello della Commissione europea, che a sua volta aveva comunicato di aumentare a 1,5 miliardi di euro la spesa in ricerca sulla AI nel 2018-2020, con l’obiettivo di arrivare a 20 miliardi di euro di investimenti complessivi pubblico-privati nell’area nel 2020. Mentre a marzo il presidente francese Emmanuel Macron aveva delineato in un discorso la nuova strategia nazionale per l’AI del Paese, che comprende 1,5 miliardi di euro da spendere nei prossimi cinque anni per sostenere la ricerca nel campo, promuovere startup e raccogliere dati utili.