Monaco di Baviera - La predisposizione al diabete e' scritta nei geni, ma sono degli speciali "interruttori molecolari" a trasformarla in realta'. Si chiamano "alterazioni epigenetiche" e sono l'anello di congiunzione tra i fattori di rischio ambientali e la genetica. Un gruppo di ricercatori dell'Universita' Federico II di Napoli ha scoperto nel grasso sottocutaneo una serie di questi interruttori molecolari capaci di trasformare in malattia la semplice predisposizione al diabete. I risultati sono stati presentati da giovani ricercatori della Societa' italiana di diabetologia al meeting annuale dell'European association for the study of diabetes in corso a Monaco di Baviera. "Insieme al gruppo del professor Ulf Smith dell'Universita' di Goteborg in Svezia - ha riferito Luca Parrillo, laboratorio di Genomica del Diabete dell'Universita' Federico II di Napoli - abbiamo studiato un gruppo di parenti di primo grado di persone con diabete, individui in buona salute ma ad elevata probabilita' di sviluppare diabete nel corso della vita. Questi soggetti, seppur sani, presentano delle alterazioni a livello del grasso sottocutaneo. In particolare, le cellule di grasso di questi individui hanno dimensioni piu' grandi e sono meno propense a riprodursi, cioe' ad aumentare di numero, rispetto alle cellule adipose di persone senza familiarita' per diabete. Cio' significa che il tessuto adiposo di questi soggetti non e' in grado di assolvere alla propria funzione, che e' quella di immagazzinare in maniera 'sana' le calorie, e questo favorisce l'accumulo di grasso in zone del corpo non deputate a questa funzione di 'magazzino' dell'energia, come il fegato o il cuore. Tutto cio' porta ad alterazioni del metabolismo del glucosio, che a loro volta possono condurre al diabete". I risultati di questo studio suggeriscono dunque che la predisposizione familiare al diabete si accompagna a difetti nella produzione delle cellule adipose (adipogenesi). "Difetti" che secondo gli autori potrebbero dipendere da alterazioni epigenetiche, in particolare variazioni della metilazione del DNA. "Scopo del nostro studio - ha spiegato Parrillo - e' stato quello di confrontare la metilazione del DNA nel genoma dei pre-adipociti (cellule di grasso non mature) di individui con familiarita' per diabete, con quello di soggetti senza parenti di primo grado affetti da questa condizione". A tale scopo sono stati prelevati campioni di grasso sottocutaneo addominale; in questo modo e' stato possibile evidenziare che i pre-adipociti dei soggetti con familiarita' per il diabete mostravano un profilo epigenetico diverso dai soggetti di controllo. In particolare, la metilazione del DNA di geni importanti per la funzione degli adipociti risultava ridotta nei pre-adipociti dei soggetti a rischio di diabete, rispetto ai soggetti di controllo. Questi risultati, se confermati da altri studi, potrebbero portare all'identificazione di marker epigenetici predittivi del rischio futuro di diabete in popolazioni suscettibili. .