Roma - Un eccesso di zucchero nel sangue puo' inibire il rinnovamento delle cellule staminali nel cervello, causando il deterioramento delle capacita' di apprendimento e memoria. Questo e' il risultato di una delle tante ricerche condotte dagli scienziati della Facolta' di Medicina e Chirurgia dell'Universita' Cattolica e della Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma, messe in vetrina in occasione della quinta edizione della "Giornata per la Ricerca", organizzata e tenuta oggi presso l'ateneo romano. Risultati preliminari di un progetto dell'ateneo romano hanno dimostrato che, su soggetti con aumentato rischio di sviluppare diabete di tipo 2, una dieta ad alto contenuto di zuccheri si associa a ridotte performance cognitive nei domini dell'attenzione, della capacita' di apprendimento e della memoria a breve termine.
"Anche alcuni oligoelementi, tra cui il rame, implicati nei processi ossidativi, possono giocare un ruolo nell'accelerare l'invecchiamento del nostro cervello", ha spiegato Camillo Marra, responsabile della Clinica della Memoria del Policlinico Gemelli. "Analizzando i livelli del rame libero nel sangue di soggetti con declino cognitivo - ha continuato - si e' messo in luce un ruolo chiave di questo oligoelemento. Infatti alte concentrazioni di rame libero nel sangue sono presenti gia' nelle fasi prodromiche della malattia di Alzheimer e costituiscono un indice di progressione del danno cognitivo". Un modello sperimentale per identificare i fattori ormonali connessi alla dieta in grado di influenzare il funzionamento del sistema nervoso potra', inoltre, venire da uno studio in corso in una popolazione di pazienti obesi prima e dopo trattamento con chirurgia bariatrica. "Questo studio - ha sottolineato Marra - si completera' entro l'anno e mira a individuare le molecole (tra cui leptina, GLP-1, grelina) e i meccanismi attraverso cui i soggetti obesi sono piu' esposti al rischio di compromissione delle funzioni cognitive". Infine, nell'ambito di studi finanziati dal ministero della Salute, "stiamo dimostrando in modelli sperimentali che l'assunzione di una dieta ricca di grassi saturi puo' alterare la comunicazione tra le cellule nervose e che, se l'eccesso di grassi viene consumato in gravidanza, puo danneggiare le funzioni cognitive della prole e anche delle generazioni successive, accelerando l'invecchiamento cerebrale", ha riferito Salvatore Fusco, ricercatore presso l'Istituto di Fisiologia Umana dell'Universita' Cattolica. (AGI)