Roma - In Italia due bambini su mille vivono in una bolla, sono iperattivi e hanno difficoltà a interagire con la mamma e con il mondo esterno. In altre parole, sono autistici. In Europa il rapporto sale a cinque su mille, mentre negli Stati Uniti il dato allarmante è di uno su 88. Ma soprattutto, ovunque il tasso di incidenza è in continuo aumento, segno che il problema e' ben lontano dall'essere risolto. Ed è per questo che oggi, 2 aprile, i più famosi monumenti del mondo si coloreranno di blu nella giornata mondiale dell'autismo. Scopo principale dell'iniziativa è quello di giungere a una "chiara consapevolezza", presupposto imprescindibile per arrivare a una soluzione. Se ne è parlato anche alla conferenza stampa della Rai per la campagna #sfidAutismo promossa dalla Federazione italiana autismo (Fia). Nella notte tra il 1 e il 2 aprile ha brillato di blu anche la Camera.
La Camera s'illumina di blu fino all'alba di domani, Giornata della consapevolezza sull'autismo #LIUB @lauraboldrini pic.twitter.com/OpLaZfHdVx
— Camera dei deputati (@Montecitorio) 1 aprile 2016
A oggi la causa della sindrome dello spettro autistico non è ancora chiara - si ipotizza un'interazione tra fattori genetici, biologici e chimici esterni - e di conseguenza non esiste ancora una cura. Ma molto è stato fatto sul piano della psichiatria comportamentale. Ogni persona affetta da autismo è diversa dagli altri, sia per funzionamento intellettivo che per carattere. E ognuno va trattato in modo diverso per ottenere risultati: la sindrome dello spettro autistico è passato da essere un disturbo gravemente invalidante in cui solo il 25% dei pazienti arrivava a sviluppare una comunicazione verbale negli anni '80 al circa 75% dei diagnosticati oggi. Questo grazie a un lungo processo in cui la diagnosi precoce, l'assistenza e la scuola fanno la parte del leone. "Oggi riusciamo a formulare una diagnosi a 18 mesi, ma se accorciassimo ancora i tempi di diagnosi saremmo in grado di ottenere maggiori risultati" ha spiegato Serafino Corti, referente comitato scientifico Fia. E non è l'unica sfida: "i soggetti con autismo hanno più probabilità di sviluppare in adolescenza disturbi come depressione ansia. Vogliamo proporre uno screening affinche' questi siano trattati alle prime manifestazioni". E poi nell'età adulta, quando termina il ruolo della scuola, "è importante riuscire a inserire queste persone nel mondo del lavoro". Dai primi anni di vita, poi, spiegano gli esperti, l'inclusività è fondamentale. Per quella che e' la disabilita' piu' diffusa nelle scuole "le classi speciali non funzionano, sono solo dei corridoi in cui parcheggiare bambini e ragazzi che hanno difficolta' a relazionarsi con gli altri", continua l'esperto. E se molto va ancora fatto in tema di assistenza sociale e sanitaria, alcuni progressi, osservano i relatori, sono già sotto gli occhi di tutti. A iniziare dalla legge 107 della "buona scuola", che prevede una formazione obbligatoria per cui sono stati stanziati 40 milioni per tutto il personale scolastico. E la legge 134 approvata lo scorso 5 agosto sull'assistenza e sull'aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura. (AGI)