Londra - Potrebbe esserci un gene dietro la voglia di molti di mangiare cibi salati. Si tratta del gene HSD11B2 che, quando presenta una ridotta attivita', promuove la "fame di sale". A scoprirlo e' stato un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Edimburgo in uno studio pubblicato sulla rivista Circulation. I risultati potrebbero portare allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di controllare il consumo di sale nei pazienti affetti da malattie cardiache. E' noto infatti che il sale aumenta il rischio di soffrire di pressione alta e di malattie cardiache. Nello studio i ricercatori hanno modificato il Dna di un piccolo numero di cellule nel cervello di topo con lo scopo di rimuovere il gene HSD11B2. Questo gene e' stato collegato in precedenza alla pressione alta nell'uomo, ma non si era ancora capito in che modo agiva. I ricercatori hanno scoperto che rimuovere il gene aumenta l'appetito per il sale nei topi. Quando alle cavie, infatti, e' stata data l'opportunita' di scegliere tra acqua di mare e acqua potabile, i topi hanno consumato per tre volte piu' acqua salata rispetto ai topi non modificati. Alla luce di questi risultati i ricercatori cercheranno di capire se un farmaco economico, gia' usato per trattare malattie cardiache, puo' anche aiutare a controllare l'assunzione di sale nei pazienti con insufficienza cardiaca. .