Mosca - Le elezioni legislative di domenica in Russia rappresentano il "primo test del nuovo sistema politico", su cui si basera' il prossimo mandato presidenziale di Vladimir Putin. Ne e' convinto il direttore del Center for Political Technologies di Mosca, Boris Makarenko che in un'intervista ad Agi ha spiegato il significato del voto del 18 settembre e aperto interrogativi sugli sviluppi, in vista delle presidenziali del 2018.
La vera differenza tra le elezioni per la Duma di quest'anno e le ultime del 2011, a suo dire, non e' il fatto che si terranno per la prima volta sullo sfondo di una lunga recessione, ma che si andra' alle urne con nuove regole. "Le elezioni in Russia sono diventate un puro atto rituale per legittimare il potere - ha spiegato l'esperto - e nel 2011, questo rituale era stato infranto in modo troppo aperto, con brogli massicci, per questo la gente e' scesa in strada. Ora e' stato introdotto un sistema elettorale misto, piu' flessibile, anche se ancora con pochi margini ammessi di dissenso". "Prima, per l'opposizione era difficile anche solo aspirare a partecipare ora, invece, partiti come Parnas (dell'ex vice premier ucciso a Mosca, Boris Nemtsov) sono riusciti a entrare in gara", ricorda Makarenko, sottolineando pero' che ancora e' possibile "emarginare i partiti e i candidati ritenuti minacciosi per lo status quo". Come e' successo con il blogger anti-corruzione ed ex candidato sindaco a Mosca, Aleksei Navalny, il cui Partito del Progresso non ha ottenuto la registrazione. Memore della lezione appresa dopo l'esplosione del movimento di protesta del 2011-2012 e intenzionato a minimizzare il malcontento dovuto alla crisi economia, il Cremlino ha studiato regole "che si adattano alla nuova realta'". Si passa cosi' "da un sistema molto rigido di controllo della vita politica a un modello di manipolazione flessibile, basato su un certo numero di misure liberali, la mancanza di divieti nei confronti dei partiti di opposizione, l'ampliamento della concorrenza politica, ma sempre entro limiti controllabili, e su sofisticate tattiche di gestione" dell'opinione pubblica. A fronte di un'apertura sulla concorrenza tra partiti, si assiste a un assottigliamento dell'offerta di idee e di programmi, ha denunciato Makarenko. "Tutti fanno ricorso al populismo e giocano sulla mentalita' paternalistica dei russi, che dallo Stato si aspettano sostanzialmente che risolva i loro problemi", ha spiegato l'esperto, secondo il quale nonostante la crisi economica, il partito di governo trionfera' alle urne. Un ruolo particolare nel nuovo sistema politico e' giocato dal cosiddetto "consenso di Crimea". Dopo l'annessione della penisola sul Mar Nero, nel 2014, si e' assistito a un "avvicinamento ideologico" di tutti e quattro i partiti seduti alla Duma, dove nessuno mette in discussione che l'operazione sia stata un "successo". La propaganda ha fatto il resto, creando quella che viene definita "sindrome della fortezza assediata": a causa della Crimea, l'Occidente ha litigato con la Russia, che ora vive sotto la minaccia costante di nemici esterni. "In una fortezza assediata - ha spiegato Makarenko - nessuno si rivolta contro il comandante e non si pretende niente di piu' che il pane quotidiano: cosi' viene contenuta l'influenza del fattore economico" sul gradimento del presidente e del partito a cui e' associato, Russia Unita. Sull'"ampio consenso" dei quattro partiti in parlamento, Makarenko e' convinto si basera' la politica di "tutto il regime Putin", in vista della rielezione al Cremlino. Le presidenziali sono fissate per marzo 2018, ma potrebbero tenersi anche prima, e Vladimir Vladimirovich "contera' allora sull'appoggio non solo di chi vota oggi Russia Unita, ma anche degli altri elettori".
Ottimista sul fatto che l'introduzione dei collegi uninominali portera' a un "rapporto piu' diretto e responsabile" tra cittadini e deputati, Makarenko ha denunciato pero' i rischi che questo sistema "artificioso" rappresenta per il futuro del paese: "La democrazia non e' caratterizzata solo da elezioni libere, ma anche dalla capacita' di risolvere, in modo pacifico, i conflitti tra diversi interessi; questo oggi in Russia non e' possibile ed e' pericoloso, perche' davanti ci sono sfide importanti, come la riforma del sistema di sviluppo economico e sociale". "Se il Cremlino sara' soddisfatto del voto di domenica, - ha infine invitato a riflettere Makarenko - avra' la lungimiranza di andare avanti con la liberalizzazione del sistema, riducendo il rischio che i conflitti, invece che in parlamento, vengano risolti nelle strade e, forse, col sangue?". (AGI)