Mosca - Luogo di villeggiatura amato dagli zar e fino a pochi anni fa tappa delle crociere internazionali, la Crimea e' tornata di nuovo sotto i riflettori della stampa dopo che, questo mese, il presidente russo Vladimir Putin ha accusato Kiev di infiltrare attentatori oltre il confine, per destabilizzate la situazione e distruggere l'industria del turismo. Gli abitanti della penisola sul Mar Nero, da oltre due anni annessa a Mosca, ritengono pero' che a danneggiare il settore - principale voce dell'economia della regione - siano proprio le nuove autorita' russe, che non stanno affrontando con serieta' il tema dello sviluppo del turismo.
Il governo locale ha promesso, entro il 2020, di riportare i flussi ai livelli sovietici, con 8 milioni di visitatori l'anno; ma la Crimea non e' un territorio come un altro e per ora tutto il settore si regge sul turismo a basso costo dalla Russia. "Venire qui significa andare in vacanza in un territorio non riconosciuto dalla comunita' internazionale, dove gli spostamenti sono difficili, gli standard dei servizi lasciano a desiderare, i costi non sono contenuti e ora bisogna avere anche un visto", spiega all'AGI Natalia Kirichenko, proprietaria del primo ostello internazionale a Sudak, una delle localita' balneari piu' popolari della penisola.
Nonostante la qualita' dei servizi non sia ai livelli di Egitto e Turchia, molti russi hanno riprogrammato qui le loro vacanze, dopo che il Cremlino ha imposto il bando dei voli verso questi due paesi. "Certo, gli alberghi non sono a livello della Grecia - racconta Anastasia, che da Krasnodar e' andata in Crimea per la prima volta quest'anno - le condizioni delle strade sono un problema e i prezzi non sono sempre economici, ma qui ci sentiamo a casa". L'annessione alla Russia era stata vista dai due milioni di abitanti della penisola come una possibilita' di migliorare le condizioni di vita, sperimentate sotto il governo ucraino. La Russia ha annunciato investimenti, entro quattro anni, per l'equivalente di 10 miliardi di dollari, ma con la crisi economica che continua a mordere, riesce appena ad assicurare indipendenza energetica, pensioni e stipendi agli statali. Gli investimenti stranieri, infine, sono bloccati dalle sanzioni occidentali varate subito dopo il referendum, del 16 marzo 2014, non riconosciuto dalla comunita' internazionale. In pochi rimpiangono l'amministrazione di Kiev, ma molti si dicono delusi dalle nuove autorita' e sentono il vuoto lasciato dai turisti dall'Ucraina. "Quest'anno gli ucraini stanno lentamente tornando, ma non lo pubblicizzano molto - spiega Natalia Kirichenko - si fanno le foto e mi raccontano che non le postano sui social, per paura di essere bollati come 'traditori, una volta tornati a casa".
Oleg Zubkov, fondatore e proprietario di due grandi zoo in Crimea, tra cui il safari park Taigan - nella provincia di Belogorsk - parla di una stagione "migliore di quanto si aspettasse" perche' comunque "qualcuno confina a venire" nonostante le difficolta' negli spostamenti. Dal capoluogo Simpferopoli una lunga linea di filobus porta a Yalta, ma per il resto bisogna fare affidamento solo su bus e macchina; solo da quest'anno e' possibile affittare un'auto. Nel 2013 il parco Taigan, dove vivono oltre 60 leoni in liberta', ha registrato mezzo milione di visitatori, ma oggi i numeri sono dimezzati. "Sotto l'Ucraina le cosa non andavano bene, ma almeno capivano l'importanza di sostenere il business, ora con i russi la situazione e' peggiore", denuncia l'uomo, che ha anche chiesto ufficialmente l'intercessione del Cremlino. Zubkov e' cittadino russo e ha sempre appoggiato quello che Mosca chiama "il ritorno" della penisola alla Federazione; ha addirittura chiamato una delle sue tigri 'Referendum' e nel suo ufficio campeggia il ritratto di Putin, come racconta ad Agi. "Burocrazia, corruzione, incompetenza, ora e' impossibile fare qualcosa qui", aggiunge, elencando una serie di multe e procedimenti legali aperti contro di lui dalla procura. In uno degli ultimi casi, le autorita' lo hanno sanzionano perche' l'ombra di un edificio, costruito nel territorio del parco, non cade in modo corretto sul prato. Zubkov ha fondi e progetti da realizzare, tra cui la costruzione del "Colosseo di Crimea" con tanto di leoni e battaglie navali. "Gli spettacoli avrebbero una grande affluenza e questo farebbe bene all'economia della regione, ma con diversi pretesti non mi vengono dati i premessi necessari. - conclude - Finche' non ci sara' una reale volonta' politica di investire e sostenere il business locale, l'atteso sviluppo del turismo rimarra' solo un sogno". (AGI)