Mosca - La top gun ucraina Nadia Savchenko alla sbarra nel tribunale russo di Donetsk, regione di Rostov sul Don, accusata dell'omicidio di due reporter russi (Anton Voloshin e Igor Korneliuk) in Donabs, avvenuta nel 2014. Lo riportano le agenzie russe dall'aula, dove è iniziata la lettura del verdetto tra elevate misure di sicurezza. Per finire la lettura bisognerà aspettare domani, quando verrà resa nota anche la pena. La Savchenko, che si è sempre dichiarata innocente, rischia fino a 25 anni di detenzione.
Misure di sicurezza senza precedenti sono state adottate nel tribunale di Donetsk. Nadia Savchenko è divenuta infatti simbolo del braccio di ferro tra Mosca e Kiev. Come riporta l'agenzia russa specializzata in cronaca giudiziaria Rapsi News, poliziotti e militari sono dispiegati nella zona del tribunale della città, pattugliata anche da uomini dell'unità' cinofila. La pilota di elicotteri militari è accusata di complicità per l'omicidio di due reporter russi in Ucraina dell'est. Secondo gli avvocati della donna, il verdetto di colpevolezza è scontato. "Non ci illudiamo e siamo consapevoli che la sentenza sarà di colpevolezza e che il termine della pena sarà lungo, ma Nadia non è preoccupata", ha detto alla Tass uno degli avvocati, Mark Feygin. La pubblica accusa ha chiesto 23 anni di detenzione e il pagamento di una multa di 100.000 rubli, pari a 1.500 dollari.
La difesa ha insistito sull'innocenza della Savchenko, la quale ha anticipato che qualunque sarà il verdetto non intende fare appello. I suoi legali sperano che sia possibile farla tornare in Ucraina e concludere in patria la detenzione. Eletta come deputata del partito Patria di Yulia Timoshenko, quando era già dietro le sbarre in Russia, Savchenko è accusata di aver compiuto un volo di ricognizione in Donbas - mentre prestava servizio nel battaglione Aydar - indicando alle truppe ucraine la posizione dei due giornalisti russi, uccisi da un colpo di mortaio a metà giugno 2014. Combatteva come pilota di elicottero e secondo Mosca è stata arrestata a luglio in territorio russo, dopo aver varcato il confine spacciandosi per profuga, mentre lei sostiene di essere stata rapita dai separatisti filo-russi a Lugansk, respingendo ogni accusa. Kiev ne chiede la scarcerazione, gridando al processo politico. Savchenko, dal canto suo, ha mostrato grande capacità di resistenza e ha piu' volte condotto scioperi della fame in segno di protesta. A metà luglio è stata trasferita da Mosca, nella regione di Rostov sul Don, tra le proteste dei suoi avvocati e dei difensori dei diritti umani. L'udienza preliminare del processo a suo carico si è svolta il 30 luglio 2015. La lettura della sentenza potrebbe terminare domani. (AGI)