Roma - di Francesco Palmieri
E' Telegram, servizio di messaggistica istantanea su cloud, l'app preferita dai terroristi Isis anche nel Sud-est asiatico. Il livello di sicurezza della criptazione la rende preziosa. Conta piu' di 100 milioni di utenti attivi nel mondo cui consente lo scambio di messaggi, foto, video e file: al pari di concorrenti come Viber, WhatsApp, Facebook Messenger, i quali pero' sono tutti giudicati meno sicuri e non ugualmente capaci di tutelare l'anonimato, cosa che Telegram garantisce con le criptazioni punto-punto fra due dispositivi, per cui le conversazioni non appaiono in chiaro sui server.
"Valuterei in almeno 10 mila gli account jihadisti su Telegram, almeno la meta' dei quali sono pro-Isis", spiega il direttore del Memri (Middle East Media Research Institute, con sede a Washington), Steven Stalinsky, citato dal quotidiano South China Morning Post. I titolari di account scambiano o ricevono informazioni sulle azioni compiute e sui loro sviluppi in ogni parte del mondo.
Gli user migrati su Telegram lo hanno scelto proprio per le caratteristiche tecnologiche di criptazione, come nel caso del top propagandist dell'Isis nel Sud-est asiatico, Bahrun Naim: una ricerca sulla app ha scoperto un bot collegato a questo indonesiano dell'Isis di cui e' stato rintracciato l'account. Naim, 33 anni, secondo gli analisti di antiterrorismo e' il piu' attivo propagandista online di Katibah Nusantara, la brigata di fighter malesi e indonesiani in Iraq e Siria. Sul suo profilo, che reca un messaggio di benvenuto in lingua indonesiana, i follower possono cercare bot per fruire di istruzioni in via automatizzata, come esempio realizzare - con istruzioni dettagliate - il nitrato di ammonio per il confezionamento di ordigni. Altre opzioni includono una guida per fabbricare l'Rdx, il principale composto per la preparazione dell'esplosivo al plastico C4, nonche' istruzioni per un detonatore. I bot includono anche l'invio periodico di video e messaggi di propaganda e motivazionali ai militanti.
Secondo il Memri, Telegram "non offre in alcun modo possibilita' di monitorarne i canali", diventando pertanto "una fertile e sicura arena per le attivita' collegate al jihad". Gli user in modo anonimo possono creare canali broadcasting per veicolare immagini e materiale agli iscritti, ai quali non e' consentito interagire. Un canale che sostiene l'Isis, chiamato Nasher, ha gia' attratto oltre 10 mila membri e diffonde la propaganda in arabo, inglese, francese e tedesco. Un altro canale e' dedicato a incoraggiare attacchi all'Arabia Saudita e smista informazioni su acquisto di armi e addestramento all'impiego. Per Charlie Winter, della britannica Quilliam Foundation, i gruppi islamisti "avranno ancora bisogno di utilizzare Twitter e siti simili che portano nuovi sostenitori e simpatizzanti", ma ormai si puo' ritenere Telegram "lo hub per l'iniziale diffusione della propaganda". Winter riassume il concetto nelle parole di un follower dello Stato Islamico, il quale ha scritto: "Twitter puo' sospendermi mille volte ma saro' sempre su Telegram".
La societa' Telegram LLC, che ha sede a Berlino, e' stata fondata da un guru di internet, l'espatriato russo Pavel Durov, 31 anni, definito lo Zuckerberg della Russia, gia' creatore del social network VKontakte, piu' popolare di Facebook nel paese. Lo scopo di Telegram - su cui oggi passano oltre 15 miliardi al giorno di messaggi - era innanzitutto offrire una privacy e una sicurezza superiori alle altre piattaforme. Ma di Telegram sono graditi per gli utenti anche i canali privati e le funzioni bot, in grado di diffondere in modo massiccio risposte e contenuti. E' cosi' che anche i militanti dell'Isis programmano bot per rispondere alle domande piu' frequenti dei seguaci.
Secondo Stalinsky, l'Isis continuera' a usare Telegram quanto piu' gli account connessi allo Stato islamico saranno individuati e oscurati su Twitter e Facebook. Tuttavia il portavoce di Telegram, Markus Ra, ha spiegato che e' stata attivata una sezione dedicata alla quale gli utenti della app riferiscono giornalmente circa eventuali contenuti diffusi dall'Isis. "Grazie a questo, i canali Isis - ha spiegato Ra al South China Morning Post - vengono normalmente oscurati in meno di 24 ore". (AGI)