Roma - Eni propone "il paradigma Africa: gas piu' investimenti e tecnologie per le rinnovabili laddove ci sono spazi e risorse". Lo ha detto l'Ad Claudio Descalzi in una intervista all'Avvenire, ricordando che Eni è stata "la prima oil company a investire in Africa nella generazione elettrica, usando il gas associato che in precedenza veniva disperso, con 4 centrali in Congo e Nigeria, dove viene ormai prodotto rispettivamente il 60 e il 20% dell'elettricità. E ci sono nuovi progetti in Angola e Mozambico". Appena messo piede nella stanza dei bottoni Descalzi ha presentato nel luglio di due anni fa un piano per rendere Eni forte anche a prezzi del petrolio bassi. Una sterzata decisa per valorizzare due vocazioni dell'eredità Mattei: Africa e tecnologia. E risolvere anzitutto il dilemma tra equilibrio finanziario a breve termine e crescita a lungo. Contribuendo poi a limitare l'incremento della temperatura entro i 2 gradi centigradi. "Come? Abbiamo ridotto la cosiddetta "impronta carbonica" attraverso il taglio delle emissioni dirette, la conversione green del downstream e la ricerca nelle rinnovabili - sostiene -. E potenziando il ruolo del gas nei Paesi in via di sviluppo". Tutto nero su bianco nelle linee strategiche 2014-2018. Dentro ci sono precise scelte geo-politiche - il ruolo dell'Africa, a cui l'energia viene venduta e non solo estratta - e industriali: puntare su progetti convenzionali, soprattutto gas, rinunciando agli idrocarburi artici, allo shale e alle sabbie bituminose. (AGI)