(AGI) - Perugia, 24 lug. - "Stiamo raccogliendo le segnalazioni degli agricoltori per quantificare i danni riportati a causa della siccita' e nei prossimi giorni decideremo il da farsi. Se dovesse piovere le cose potrebbero migliorare, ma la richiesta si basa sui danni tuttora registrati e non sugli eventi atmosferici". L'assessore regionale dell'Umbria all'Agricoltura, Fernanda Cecchini, chiarisce i dubbi sulla possibilita' che la Regione richieda al ministero delle Politiche agricole lo stato di calamita' naturale, assieme ad altre nove regioni. "Sappiamo dagli agricoltori che il grano e' di assoluta qualita' rispetto agli anni scorsi ma la produzione e' inferiore - continua - ma le problematiche riguardano tutte le colture: le olive, i vigneti che non hanno acqua adeguata, il granturco, l'ortofrutta". Come ha riportato Coldiretti, infatti, i danni in Umbria si stimerebbero intorno ai 60 milioni di euro, con un calo del 30-40% delle rese di grano e orzo in e del 50% di foraggi. Per quanto riguarda la rete di approvvigionamento idrico, invece, "la situazione laddove ci sono gli invasi e' buona, mentre e' piu' critica laddove il prelievo viene fatto attraverso i pozzi o direttamente dai fiumi". Anche il livello del Lago Trasimeno e' sceso e viene costantemente monitorato. "Secondo la relazione prodotta una decina di giorni fa dal Servizio idrico e rischio idraulico della direzione Governo territorio e paesaggio - spiega Cecchini - e' di circa 50 cm sotto il livello dello zero idrometrico. Ancora sotto controllo, se si considera che negli anni peggiori (2003, 2008 e 2013) era sotto dai 150 ai 185 cm. Non si puo' paragonare al lago di Bracciano, perche' non vengono fatti prelievi: l'acqua per innaffiare nella zona del Trasimeno arriva dalla diga di Montedoglio e l'approvvigionamento viene fatto attraverso i pozzi nelle zone non servite. Il fatto che i innaffi con l'acqua di Montedoglio vuol dire che e' iniziato un risparmio considerevole delle falde, che cosi' non si impoveriscono".(AGI)
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