(AGI) - Firenze, 20 giu. - "Cereali, pomodori, olive, prodotti della pastorizia e degli allevamenti e tanto altro. La produzione agricola della Toscana e' in ginocchio a causa della siccita': siano presi provvedimenti, ad ogni livello istituzionale, per evitare che in ginocchio ci finiscano anche le aziende ed i lavoratori". Lo dichiara la senatrice di Sinistra Italiana, Alessia Petraglia, che ha aggiunto: "Sono mesi che in tante zone della Toscana, a partire da quella costiera, Pisa e Grosseto, cosi' come in Lunicigiana, non scende una goccia d'acqua, e sono ormai mesi che le associazioni di categoria hanno lanciato l'allarme. Lo Stato di Emergenza dichiarato nei giorni scorsi dalla Regione Toscana e la Task Force costituita con l'Autorita' idrica Toscana, le autorita' di bacino, i Comuni e le Asl, seppur tardivi - sottolinea la senatrice - sono provvedimenti positivi ma non sufficienti. Chiediamo, con una nostra interrogazione depositata in queste ore in Senato, l'intervento del governo, che vada oltre i primi pochi fondi stanziati dal Ministero delle Politiche agricole, affinche' si prendano immediati provvedimenti urgenti a sostegno delle aziende toscane e di quelle delle altre regioni in difficolta', a partire, ma non solo, dall'attivazione del fondo di solidarieta' nazionale per il settore agricolo". "Dobbiamo registrare che tale situazione purtroppo non rappresenta piu' una novita' e, che ne dicano i detrattori del riscaldamento globale, sempre piu' si alternano lunghi periodi di siccita' con brevi ed intensi momenti di forti piogge, una combinazione che non permette l'accumulo di acqua nelle falde e che dovrebbe indurre ad interventi strutturali anch'essi attesi da anni e mai realizzati. Parliamo soprattutto degli invasi collinari e del recupero, a fini agricoli, delle acque reflue adeguatamente trattate. Anche in Toscana pero' come in buona parte d'Italia - argomenta Petraglia - gli interventi strutturali e lungimiranti restano al palo. Cosi' come la cultura dell'attenzione contro ogni spreco d'acqua ed in questo, e' necessario ribadirlo, le istituzioni ed i gestori degli acquedotti vista la rete esistente, spesso un vero e proprio colabrodo - conclude la senatrice - non danno certo un buon esempio". (AGI)
Red/Ett