(AGI) - Palermo, 9 giu. - Nuove prove approdano al processo sulla trattativa Stato-mafia. Ad annunciarle stamane, nell'aula bunker dell'Ucciardone, e' stata la pubblica accusa rappresentata dai Pm Nino Di Matteo e Vittorio Teresi davanti alla Corte presieduta da Alfredo Montalto. Una udienza ricca alla quale era collegato da Parma, adagiato su una barella, l'anziano capomafia Toto' Riina. Il padrino, ha detto Di Matteo, "il 30 marzo scorso, apparendo perfettamente lucido e orientato nel contesto (lo sottolinea due volte il magistrato, ndr), ha esternato, durante una pausa di questo processo, parlando dello 'zio Saro' Cattafi, ma anche dei rapporti tra Vito Ciancimino e Licio Gelli e tra Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. E della morte del dottor Francesco Di Maggio". Le esternazioni del boss corleonese sono state ascoltate da un assistente capo della polizia penitenziaria che ha stilato una relazione di servizio e che potrebbe essere sentito in dibattimento.
Annunciato anche il deposito di una nuova attivita' integrativa di indagine: una corposa attivita' di intercettazione (due ore al giorno) nel carcere di Ascoli Piceno nei confronti del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. L'attivita' di intercettazione e' iniziata a febbraio 2016 ed e' proseguita fino ad aprile 2017. Potrebbero giungere nuovi elementi sulle stragi in Sicilia e nel Continente del 1992 e del 1993. Migliaia le pagine, con molti omissis: i pm hanno chiesto alla corte la perizia di trascrizione di una trentina di conversazioni tra Giuseppe Graviano e Umberto Adinolfi. I pm - all'esito della perizia - hanno chiesto alla corte d'assise di potere sentire anche Giuseppe Graviano.
Non e' tutto. Di Matteo ha anche chiesto di procedere a dei confronti tra Cirino Pomicino e, rispettivamente, l'ex ministro Vincenzo Scotti e l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, "in relazione, in particolare, alle vicende e alle discussioni intervenute sulla formazione del governo che si insedio' il 28 giugno, quello in cui Mancino ricopriva la carica di ministro dell'Interno". Istanza anche per l'audizione del collaboratore di giustizia Ciro Vara, "soggetto centrale in quel periodo, soprattutto tra il '94 e il '96", e per il Pm potrebbe dare indicazioni utili "in riferimento ai rapporti con Bernardo Provenzano a Mezzojuso, nonche' sulla strategia stragista del '92 e '93 e sui rapporti intrattenuti da Cosa nostra in quel periodo con personaggi della politica, riguardo anche a quello che veniva indicato - ha proseguito Di Matteo - come il palermitano nell'entourage di Berlusconi in funzione di accordi e promesse fatte". Prossima udienza il 23 giugno. (AGI)
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