(AGI) - Cagliari, 9 giu. - La responsabile iniziative legali dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Adele Orioli, commenta la decisione del Tar della Sardegna che ha respinto il ricorso presentato dalla stessa associazione contro l'ordinanza emessa dall'amministrazione comunale di Mandas (Cagliari) il 23 novembre 2009 che imponeva l'affissione del crocifisso in tutti gli uffici pubblici. "Il sindaco aveva gia' ritirato il provvedimento ma noi siamo voluti andare avanti per affermare un principio: quello della laicita' delle istituzioni. Il Tar ci ha dato torto appellandosi alla sentenza del 18 marzo 2011 della Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo che pero' - sottolinea Orioli - fa riferimento alle aule scolastiche e non agli uffici pubblici". "Non escludiamo - prosegue - di fare appello al Consiglio di Stato e, perche' no, fino alla stessa Corte Edu a Strasburgo circa la fondatezza o meno dell'interpretazione estensiva attuata dal Tar". "La giustizia amministrativa gia' ci aveva abituato a definizioni singolari, per usare un gentile eufemismo, come quella del crocifisso simbolo di laicita'", conclude la responsabile Uaar. "Certo e' che suona strano appellarsi, come sembrerebbe fare il Tar, alla liberta' di religione per affermare la legittimita' della presenza obbligatoria di un peculiare simbolo religioso nei pubblici uffici di uno Stato che dovrebbe essere laico, almeno sulla carta. Il Tribunale vede un potenziale conflitto tra la 'cultura dei diritti dell'uomo' e i 'fondamenti religiosi della civilta' europea' e ritiene di poterlo risolvere con l'imposizione di una sola confessione a tutti. Per tutti quelli che non sono d'accordo, l'Uaar non si fermera' qui", annuncia infine Adele Orioli. (AGI)
Red/Ett