(AGI) - Roma, 24 giu. - La politica - il Comune di Roma, la Regione Lazio ed il Governo - superino le divisioni e gli scontri degli ultimi mesi per arrivare ad un progetto vero e condiviso per affrontare le emergenze economiche e sociali che pesano sulla Capitale. Un vero nuovo 'Patto per Roma' ma che veda concretamente partecipare sindacati, istituzioni locali, imprenditori, piccole e medie imprese: e' questo l'appello lanciato nel corso del convegno "Si muove la citta' - Cgil-Cisl e Uil per Roma, ricominciamo, e' l'ora per tutti", servito per mettere tutti i soggetti intorno ad un 'tavolo' che dovrebbe proseguire poi concretamente nei prossimi mesi con momenti decisionali, pur in presenza di visioni spesso diverse su singoli dossier. "Avevamo due strade - ha spiegato Paolo Terrinoni, segretario generale della Cisl Roma Capitale e Rieti - la protesta o la proposta: abbiamo scelto questa seconda strada, ed e' un appello rivolto a tutte le parti politiche per far rinascere Roma. Noi ci proponiamo come 'facilitatori' di una operazione che deve vedere convinti i tre soggetti istituzionali - Comune di Roma, Regione e Governo - altrimenti tutto e' fermo e la crisi e' appare sempre piu' visibile".
La crisi, quella del 2008 durata fino al 2011, ha colpito la Capitale in modo pesante, ma la successiva, quella che possiamo estendere al 2015, ha spiegato Alberto Civita, segretario generale della Uil Roma e del Lazio - "ci ha consegnato un crollo di 350 mila occupati in edilizia ed un lavoro irregolare che riguarda tutta la citta', le periferie come il centro storico, e un calo di 16.000 attivita' commerciali, con annessi fenomeni estesi di precariato nel comparto. Roma deve tornare ad essere un 'citta' aperta', come si diceva anni fa in modo da includere e da accogliere, per questo serve ricominciare. Un punto di partenza? Abbiamo 16 Universita', ed e' la piu' alta presenza in una citta'".
Sei sono i punti fondamentali individuati dai sindacati e che vengono offerti al dibattito della politica e delle imprese (Cna, Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria): politiche per lo sviluppo e la legalita', riorganizzazione della macchina pubblica; politiche del welfare, disabilita' e abitative; mobilita', rifiuti e riorganizzazione delle partecipate; periferie; politiche di bilancio, fiscali e tariffarie. "Esistono urgenze non piu' rinviabili - spiega Michele Azzola, segretario della Cgil di Roma e Lazio - gia' lo scorso anno in piena campagna elettorale avevamo invitato i candidati sindaco e le varie istituzioni a una riflessione comune per dare davvero un futuro alla Capitale d'Italia. Ripartiamo da li', da quelle proposte che avevamo consegnato, nero su bianco, perche' si avviasse sin da subito una collaborazione attiva che potesse produrre una capacita' di amministrazione della citta', lontana dalle logiche emergenziali e propensa alla pianificazione".
"La crisi - ha spiegato il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti - ha colpito pesantemente i piloni su cui si reggeva la nostra economia, in modo molto duro, in particolare e' fortemente andato in crisi il settore dell'edilizia a cui si sono aggiunti i problemi della spesa pubblica, con un milione di famiglie che ne ha risentito, messo cioe' in difficolta. Le istituzioni non si sono fatte trovare pronte".
Un altro dato fotografa bene la difficolta': "il calo della ricchezza prodotta - ha spiegato Tagliavanti - e' del 9%, a fronte di un -7,3% nazionale. Ma questo ancora non basta, il dato vero e' che il Nord-Est riparte ed anche il Mezzogiorno ma Roma no. E le 58.000 imprese nuove sono per spartirsi la poverta', cioe' sono da 1000 euro al mese, il che non e' ripresa...".
Pesa sulla Capitale - e' il ragionamento degli imprenditori e dei sindacati - l'abbandono delle grandi aziende, pari al -14% - il che significa perdere le Spa piu' strutturate e le direzioni generali, cuore pensante dell'impresa, con effetti negativi sull'occupazione e la dimostrazione della scarsa attrattivita' del 'sistema-Roma'. Anche se "timidi segnali si intravedono - ha concluso Tagliavanti - dalle periferie, dai loro giovani che hanno scelto la strada di fare impresa e di rischiare: a loro dobbiamo offrire un progetto credibile e interlocutori con le idee chiare". (AGI)
Bru