Roma - Ostia nelle mani della mafia. I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno sequestrato il patrimonio aziendale e le quote societarie di 19 societa' - di cui 2 di diritto inglese - legate alla gestione del porto turistico di Roma e di alcuni lidi di Ostia, 531 unita' immobiliari, disponibilita' finanziarie e altri beni mobili per un valore complessivo di circa 450 milioni di euro.
Il decreto di sequestro e' stato emesso dal Tribunale di Roma - Sezione specializzata per le misure di prevenzione nei confronti del noto imprenditore romano Mauro Balini coinvolto, in passato, in diverse indagini per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false e riciclaggio, e risultato "contiguo ad ambienti malavitosi operanti sul litorale di Ostia e in costante collegamento con personaggi di notevole spessore criminale".
Dalle intercettazioni telefoniche eseguite a suo tempo e' emerso che proprio dal mondo degli affari "nella fase dell'ipotizzato rinnovo, per la riforma normativa, degli assetti concessori, proviene il riscontro delle egemonie di strada createsi a Ostia: inesistenti i Triassi; preoccupati del futuro i gestori gia' operanti, come Giacometti, legato a Balini, e collegato agli epigoni della Magliana; decisi all'investimento e alla creazione sistematica di societa' strumentali a consentire l'accesso all'affare, siccome fornite di licenza pertinente, i clan emergenti, ossia i Fasciani e gli Spada".
In tale contesto - prosegue la Finanza -, relativamente ai referenti criminali di Balini, figura di primo piano e' quella del pregiudicato Cleto Di Maria, narcotrafficante di elevato calibro, al quale Balini aveva concesso, a un prezzo irrisorio, attraverso una societa' assegnataria della relativa concessione demaniale, la gestione del chiosco - bar all'interno della spiaggia attrezzata "Hakuna Matata", di Ostia, oggi sequestrata.
Inoltre, Di Maria curava, per conto di Balini, i servizi di sicurezza e vigilanza all'interno del porto turistico, oltre ad abitare in un appartamento all'interno dello stesso.
Per i finanzieri, e' proprio il porto turistico di Ostia, assieme ad alcuni stabilimenti balneari (tra i quali "Hakuna Matata" e "Plinius"), il centro degli affari gestiti da Balini, attraverso una serie di societa', da oggi affidate agli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale.
L'operazione, denominata "Ultima spiaggia", ha consentito di accertare come Balini sia soggetto "socialmente pericoloso" e titolare, direttamente e/o indirettamente, attraverso familiari conviventi e non, nonche' "prestanome", di una serie di cespiti di ingente valore, assolutamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Tale sproporzione, assieme alla pericolosita' sociale, ha permesso di richiedere, ai sensi del "Codice Antimafia", il sequestro finalizzato alla confisca dell'intero patrimonio direttamente o indirettamente a lui riconducibile.
AGI)