(AGI) - Udine, 4 lug. - Dieci consorzi industriali in partenza a piu' di due anni dall'approvazione della legge Rilancimpresa che prevedeva diverse ipotesi di fusione fra i nove consorzi operanti nelle province di Udine, Gorizia e Pordenone, fissando un termine di 24 mesi per il loro completamento. Termine ampiamente scaduto senza che nessuna delle fusioni previste sia divenuta operativa, se non quella tra "Ziac e Ziu", resa obbligata dalla liquidazione della Zona industriale Aussa Corno, peraltro ancora non conclusa. A tracciare il quadro, dopo l'iniezione di 6 milioni decisa dalla Regione in assestamento di bilancio, e' la Cgil del Friuli Venezia Giulia, con il suo segretario generale Villiam Pezzetta, che non esita a giudicare "deludente", il bilancio della razionalizzazione. "Se confrontiamo la situazione attuale con gli obiettivi programmatici di Rilancimpresa, dobbiamo prendere atto che la montagna ha partorito il topolino", commenta Pezzetta. Il flop, per Pezzetta, non sta tanto nei numeri, quando nell'incapacita' di cogliere le potenzialita' strategiche della riforma. "In particolare - spiega il segretario della Cgil - si rinvia a oltranza la costruzione di una regia unica per Ziu, Aussa Corno, Monfalcone e Gorizia, che avrebbe consentito, anche attraverso la collaborazione con l'Autorita' portuale di sistema, il nuovo Ezit e coinvolgendo l'interporto di Cervignano, di creare una rete tra consorzi, porti e sistema retroportuale veramente strategica per le prospettive di sviluppo di questa regione. Invece di ragionare in grande, anche attraverso un forte dialogo tra enti locali e forze economiche - conclude Pezzetta - si sono preferite logiche di piccolo cabotaggio e di conservazione dell'esistente. E rischiamo di perdere l'ennesima occasione importante, perche' e' fuori discussione che il rilancio della nostra industria dipenda dal grado di attrattivita', dell'ottimizzazione delle infrastrutture e della rete di servizi che i consorzi e il nostro territorio in genere sapranno offrire". (AGI)
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