Napoli - Una selva di colpi di pistola calibro 9 in pieno centro di Napoli per affermare la supremazia del proprio clan senza preoccuparsi di nulla, neppure di essere ripresi dai sistemi di videosorveglianza. E così i carabinieri hanno ricostruito quanto accaduto all'alba del 7 settembre scorso a via Toledo, all'altezza del civico 290, quando ci fu una segnalazione di 'stesa', raid armato con spari in aria, e sul posto furono trovati 8 bossoli mentre un proiettile fu recuperato nel soffitto di un appartamento in cui temporaneamente alloggiava il figlio di Giuseppe Salvia, direttore del carcere napoletano di Poggioreale ucciso dalla camorra negli anni '80. La 'stesa' doveva affermare la superiorità dei gruppi del Pallonetto a Santa Lucia anche in via Toledo e negli attigui Quartieri Spagnoli; l'azione era stata annunciata agli amici dei partecipanti in modo che si radunassero in zona per assistere e per riprendere la scena con lo smartphone in mano.
Le moto passarono ad alta velocità in mezzo alle persone che si attardavano nella movida del week end. La dimostrazione, tra l'altro, è stata realizzata in 2 tempi, perché il primo tentativo era andato a vuoto per la pistola inceppata. Gli autori sono due cugini, un 18enne già noto alle forze dell'ordine e un 23enne incensurato. Entrambi sono imparentati con personaggi di spicco del clan Elia, egemone nel Pallonetto di Santa Lucia, un rione popolare tra i Quartieri Spagnoli e Chiaia. Li hanno identificati e arrestati i carabinieri dopo indagini coordinate dalla procura e su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, grazie alle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza e alla presenza in strada degli amici dei due giovani; un video ne immortala uno che li indica ai compagni qualche secondo prima che passino sparando.