San Ferdinando (Reggio Calabria) - "Italia razzisti", "Italia mafia", "Non siamo bestie". Sono queste le frasi di alcuni degli striscioni esposti dalle centinaia di migranti che stamani hanno protestato a San Ferdinando dopo la morte del bracciante del Mali ucciso ieri da un carabiniere intervenuto per sedare una rissa nella tendopoli. I migranti con cori e slogan contro le forze dell'ordine e il razzismo hanno presidiato il palazzo del Comune, fin quando una delegazione è stata ricevuta da un delegato della commissione straordinaria che guida il Comune dopo lo scioglimento per mafia (che risale al 30 ottobre 2014, subito dopo l'operazione che portò all'arresto tra gli altri del sindaco Domenico Madafferi e del suo vice, Santo Cieli. Lo scorso 3 marzo il Governo ha prorogato lo stato di commissariamento). I migranti hanno chiesto di ottenere, tra l'altro, soldi per il rimpatrio della salma del giovane morto e maggiori garanzie per il futuro della tendopoli. Richieste che sarebbero state accordate e messe per iscritto, come voluto dagli stessi immigrati che, una volta illustrato l'accordo a quanti si trovavano nella piazza, hanno deciso di fare rientro nelle tende.
In mattinata ci sono stati momenti di tensione in piazza. "Smantelliamo la tendopoli perché è un ghetto, è insostenibile, manca l'essenziale", ha ribadito il sindaco di Rosarno, Giuseppe Ida'. "Bisogna garantire le condizioni di dignita' per questa gente - ha aggiunto - distribuendo chi ha il diritto di stare in Italia nei comuni del comprensorio, in maniera equa. In questo periodo la raccolta degli agrumi e' ferma, l'agricoltura e' in crisi, e questi ragazzi non hanno di che vivere". Per questi motivi, il sindaco di Rosarno, il cui paese confina con la tendopoli che si trova nel territorio di San Ferdinando, ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'Interno, Angelino Alfano. (AGI)