"Eh, ma io devo dirle una cosa importante". "E perché quel signore l'autografo ha potuto farlo e io no?". "Un attimo solo, un selfie e me ne vado. Prometto". Quando i cronisti attraversano i capannelli di folla che assediano i leader politici ascoltano e vedono ripetersi sempre la stessa scena - mentre devono a loro volta provare a farsi strada nel muro di scorte e security aggiuntive, sia pure per altri motivi, e magari cercando di dare meno nell'occhio - proprio come è accaduto oggi a piazza del Popolo all'Air Force Experience.
Rapido conciliabolo (andiamo, ma no torniamo un'altra volta, ma perchè? siamo già qui) e alla fine passa la linea Meloni: conclusa la cerimonia alla Terrazza del Pincio, si scende anche in piazza del Popolo, dove si trova il 'villaggio' allestito per i cento anni dell'Aeronautica Militare. Ecco, solo viene respinta l'idea di andare a piedi, momento aggiuntivo di 'decompressione', e meno complicato rispetto allo spostamento del corteo di auto, che non sarebbe dispiaciuto a Meloni.
E così, protocollo da reinventare, ed ecco tutti in piazza, colonizzata letteralmente da migliaia di persone che fanno la fila per vedere aerei ed elicotteri, e per salire in cabina di pilotaggio. Proprio quello che farà anche Meloni, oggi dunque in versione 'presidente pilota' come si potrebbe dire sulla scia della formula coniata a suo tempo da Silvio Berlusconi, e rinverdita di recente dalla stessa leader FdI. Dopo aver assistito insieme alle altre autorità dello Stato, Sergio Mattarella in testa, con il naso all'insù al passaggio di oltre settanta tra aerei e elicotteri, il presidente del Consiglio guadagna la scaletta ed entra nell'abitacolo di un F35, di un Eurofighter, e di un elicottero HH139, a bordo del quale - per un'evidente questione di corporatura - può stavolta unirsi anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che l'accompagna per tutto il giro come 'padrone di casa'.
Quando i curiosi che affollano l'area si accorgono del fuori programma si scatena una corsa alla foto, all'autografo appunto. Scatenata la scolaresca che, davanti all'F35, sventola le bandierine e scandisce Giorgia-Giorgia, come ormai è consuetudine nella 'Repubblica pop' dove si mescolano consenso e emozione del contatto con i volti resi familiari da media tradizionali e social. A un certo punto. Meloni entra nelle 'bolle' dedicate alla storia dell'Aeronautica a oggi e lascia la piazza da lì, proprio mentre la voce comincia a spargersi e a richiamare altra folla.
A chi le chiede di quella scolaresca festante, Meloni dice che “vedere tutti questi bambini con le bandierine tricolore è fantastico. Vivaddio che riusciamo ancora a trasferire il sentimento della patria".
"L'Aeronautica è innovazione, gioventù e storia - ha prosegue il presidente del Consiglio - È uno dei grandi fiori all'occhiello di questa nazione, una grande ambasciatrice della nostra credibilità, del nostro coraggio, della nostra serietà e della nostra umanità". Ai militari, dice che “la patria non esiste senza il vostro lavoro, la dedizione, la disponibilità al sacrificio, l’umanità. Senza valori che si rischiano di perdere e che, ringraziando Dio, noi non perdiamo grazie soprattutto al lavoro che fanno questi uomini e queste donne”