Roma - In attesa di sapere se Mattarella scioglierà le camere o affiderà a un politico o a un tecnico l'incarico di formare un nuovo governo, il Parlamento non avrà adempimenti stringenti di tipo regolamentare visto che la Costituzione è invariata. Quindi l'unico obbligo 'politico' sarà quello di valutare la questione della legge elettorale, poiché l'Italicum riguarda soltanto l'elezione della Camera dei deputati. Secondo alcuni costituzionalisti, a questo punto si renderà necessario uniformare, o almeno coordinare, la legge elettorale della Camera e quella del Senato. L'ipotesi degli esperti è che, pur nel quadro di un rinnovato bicameralismo perfetto, occorre favorire la definizione di un sistema elettorale omogeneo e rivolto a un'identica platea di elettori, per evitare che si vada a votare con due sistemi elettorali diversi, creando una situazione come quella degli ultimi anni in cui non si sono avute a Palazzo Madama maggioranze chiare. E quindi, addio governabilità.
Il fronte del No canta vittoria: Grillo lancia hashtag #HaVintoLaDemocrazia
Se restasse in vigore l'Italicum, la legge elettorale approvata nel 2015 per la Camera su cui pende però un ricorso alla Consulta, una delle soluzioni da esaminare potrebbe essere quella di prevedere un premio di maggioranza anche per il Senato. In campo c'è poi sicuramente anche il cosiddetto Consultellum, cioè il sistema elettorale venuto fuori con la sentenza 1/2014 della Corte costituzionale: un impianto proporzionale puro con preferenza unica. Gli esperti sono divisi sulle due opzioni e c'è chi immagina un mix tra i due sistemi, ma con soglia di sbarramento più alta al Senato, anche fino all'8 per cento.
Per approfondire:
- Cosa cambia con il nuovo sistema elettorale "Italicum"
- La legge elettorale Consultellum