Riforma, quanto farebbe risparmiare e quanto costerebbe

Immagini Referendum (FOTO DA PRENDERE) (foto Franco Cristino) 
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  • per il senato è prevista la riduzione dei senatori da 315 a 95 (a cui si aggiungono i membri di nomina presidenziale e gli ex presidenti della repubblica) e il taglio delle loro indennità (che però rimane per i senatori a vita attualmente in carica e per i presidenti emeriti della repubblica);
  • verrebbe eliminato il Cnel (consiglio nazionale dell’economia e del lavoro);
  • per le regioni a statuto ordinario viene fissato un tetto agli emolumenti spettanti ai consiglieri regionali e al presidente di regione (il limite corrisponde alla cifra attribuita al sindaco del comune capoluogo di regione).
  • Verrebbero aboliti i contributi ai gruppi politici nei consigli di tutte le regioni, comprese quelle a statuto speciale;
  • Le province, già “svuotate” dalla legge Delrio, verrebbero abolite dalla costituzione.
  • Oggi: «I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge»
  • Con la riforma: la parola “parlamento” viene sostituita con “camera dei deputati”.
  • Oggi: indennità per i 315 senatori elettivi e quelli a vita pari a 41,2 milioni di euro
  • Con la riforma: sottraendo l’indennità di 315 senatori, il risparmio consisterebbe in in 40,5 milioni di euro.
«[…] ai Gruppi parlamentari è assicurata la disponibilità di locali, attrezzature e di un unico contributo annuale, a carico del bilancio del Senato, proporzionale alla loro consistenza numerica»
  • l’eliminazione dei rimborsi ai gruppi politici nei consigli regionali;
  • il tetto agli emolumenti dei consiglieri regionali, che coincideranno con la cifra spettante al sindaco del comune capoluogo della regione.
«Non possono essere corrisposti rimborsi o analoghi trasferimenti monetari recanti oneri a carico della finanza pubblica in favore dei gruppi politici presenti nei Consigli regionali».
«(…) con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi e i relativi emolumenti [dei consiglieri regionali, ndr] nel limite dell’importo di quelli attribuiti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione. (…)»
  • le indennità verrebbero stabilite con legge dello stato e non delle singole regioni;
  • e avrebbero un tetto (un consigliere regionale non potrebbe prendere di più di un sindaco del comune capoluogo della regione).
  • indennità di carica: il trattamento base, uguale per tutti i consiglieri ma variabile a seconda delle regioni tra i 5.000 e gli 8.000 euro;
  • indennità di funzione: una somma variabile in base allo specifico incarico ricoperto dal consigliere – per esempio presidente o vicepresidente di commissione, presidente del consiglio – in alcune regioni può aggiungere fino a 2.700 euro;
  • rimborsi spese per l’esercizio del mandato: ciascuna regione fissa un limite massimo ai rimborsi spesa erogabili al mese: fino a 3.500 euro in Piemonte, 4.218 in Lombardia, 6.000 in Calabria eccetera.
  • le spese per gli emolumenti dei membri del Cnel, pari a 1,87 milioni di euro;
  • le spese di rappresentanza (viaggi, partecipazione ad altri organismi ecc.), per poco meno di 400mila euro;
  • le spese per la missione istituzionale dell’ente (traduzioni ed interpreti, comunicazione istituzionale, spese derivanti da convenzioni stipulate ecc.), che valgono circa 430mila euro;
  • le spese per l’acquisizione di beni strumentali alla sua attività (abbonamenti a riviste, carburante, utenze telefoniche e altri servizi), pari a poco meno di 200mila euro.
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