Roma - Romano Prodi voterà sì. L'ex presidente del Consiglio non si dice entusiasta delle riforme proposte nel quesito referendario del 4 dicembre, ma per la sua "storia personale" e per la speranza che "giovi al rafforzamento della regole democratiche", voterà a favore delle riforme varate dal governo.
Perchè votare sì
Il confronto sul referendum, scrive Prodi, "e' diventato una rissa sulla stabilità, inutilmente messa in gioco da un'improvvida sfida. Quanto al contenuto della riforma voglio solo ricordare che la mia storia personale è stata tutta nel superamento delle vecchie decisioni che volevano sussistere nonostante i cambiamenti epocali in corso". "La mia vicenda politica" aggiunge, "si è identificata nel tentativo di dare a questo Paese una democrazia finalmente efficiente e governante: questo è il modello maggioritario e tendenzialmente bipolare che le forze riformiste hanno con me condiviso e sostenuto"
Ma come votano i 'grandi vecchi' della politica italiana'?
Il fronte del NO
- Massimo D'Alema: "Mi oppongo a questa riforma costituzionale perché la considero sbagliata. Non si crea un Senato federale ma una camera di serie B che sarà un pasticcio"
- Silvio Berlusconi: "Noi non diciamo no alla riforma per ostilità preconcetta a Renzi e al Pd. Se la riforma fosse utile agli italiani la appoggeremmo anche se siamo profondamente contrari a questo governo e alle sue politiche"
- Mario Monti: "Un Senato così ambiguamente snaturato, nella composizione e nelle funzioni meglio sarebbe stato abolirlo". "Un modo di generare consenso basato su elargizioni"
- Lamberto Dini : "il Senato, anziché abolito, viene umiliato. E il Senato è la nostra storia, l’abbiamo da 2000 anni"
- Gaetano Quagliariello: "Credo che questa riforma e la legge elettorale facciano fare al paese un passo indietro e non un passo avanti"
- Gianfranco Fini: "Se passa questa riforma costituzionale, col combinato disposto della legge elettorale, tutti i poteri passeranno nelle mani di una ristrettissima oligarchia di Governo"
- Ciriaco De Mita: "Se si metteva da parte l'Italicum e ci si impegnava a correggere la riforma costituzionale forse avrebbe avuto un senso votare Sì
- Paolo Cirino Pomicino: "Chi vuole votare si deve dire a se stesso che non vuole più scegliere propri parlamentari"
- Antonio Di Pietro: "La riforma voluta da Renzi costituisce una potenziale fonte di nuove disfunzioni del sistema istituzionale e nell’appannamento di alcuni dei criteri portanti dell’impianto e dello spirito della Costituzione"
- Stefano Rodotà: "Se vince il No non ci saranno opportunità di creare maggioranze aggressive"
- Pierluigi Bersani: "Si va verso il governo di un capo, che nomina sostanzialmente un Parlamento che decide tutto, anche con il 25% dei voti"
- Carlo Smuraglia, Susanna Camusso, Francesca Chiavacci in un appello congiunto: "Modifiche (alla Costituzione) sbagliate o destinate a non funzionare, così come lo stravolgimento del sistema ideato dai Costituenti, avrebbero effetto imprevedibili e disastrosi per l'equilibrio dei poteri e per la stessa democrazia"
Il fronte del Sì
- Pierferdinando Casini: "Chi votera' No porterà acqua al mulino di Grillo"
- Enrico Letta: "voterò sì, lo ribadisco con forza, perché mi sono impegnato a far nascere il percorso delle riforme e perché ne sono convinto"
- Walter Veltroni: "Non penso che questa riforma sia la panacea di tutti i mali, ma penso che sia la scelta che favorisce l'innovazione. E poi diciamocelo, se non passa la riforma, se ne riparlerà tra tanti anni"
- Emma Bonino: "Mi sono espressa a favore del referendum costituzionale nell’ambito di un impegno del governo a completare quel disegno riformatore delle istituzioni rendendo effettivamente possibile l’esercizio dell’iniziativa referendaria"
- Giuliano Amato: "è da considerare positivo il semplice fatto che in Italia “ci sia una riforma costituzionale approvata e da discutere nel merito"
- Sabino Cassese: “In Germania la Costituzione l’hanno cambiata quasi una volta l’anno, non è possibile che in Italia si debba considerare qualcosa di immutabile“.
- Marcello Pera: "Nel 1994 Berlusconi sconfisse la 'gioiosa macchina da guerra' di Occhetto, D'Alema, Bersani, oggi dovrebbe impegnarsi a battere anche la riedizione lugubre di Grillo, D'Alema, Salvini. Invece sembra confondersi mestamente con loro"