Roma - Il referendum costituzionale del 4 dicembre "non è il congresso del Pd". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenuto a "Che Tempo Che Fa", e ha aggiunto: "Per il congresso chi lo vuole fare deve aspettare il 5 dicembre. E comunque speriamo che oltre a noi lo facciano anche gli altri, invece di stare dentro un blog".
Poi ha aggiunto: "Io non sono in grado di restare nella palude. Uno sta al potere finché può cambiare. Se dobbiamo lasciare le cose come stanno, vengano altri che son bravi a galleggiare".
"Nei primi mille giorni messo a posto il passato"
Secondo il premier la riforma costituzionale "è un treno che ripassa tra 20 anni, se ripassa. Non credo che troverete un solo politico disposto a ridursi lo stipendio e i posti...".
Dopo "tutta la fatica fatta", ha insistito Renzi, "finalmente siamo ad un punto meraviglioso. L'Italia si semplifica. Finalmente fa questo salto". Ma "il cavallo sembra aver paura di fronte all'ostacolo", ha osservato, "abbiamo un futuro dove siamo protagonisti, lo vedranno i nostri figli, perché dire no?". Poi ha assicurato: "Se superiamo l'ostacolo" del referendum, "saremo protagonisti in Europa e nel mondo". Il premier ha insistito nel separare la riforma costituzionale dalla legge elettorale, dichiarandosi per altro "d'accordo con il documento del Pd" per la modifica dell'Italicum. "In questi mesi abbiamo lavorato per portare l'Italia fuori dal pantano", ha sottolineato Renzi: "Abbiamo fatto un sacco di errori, ma anche molte cose buone. Dico che se dobbiamo lasciare le cose come sono, allora vengano altri: i professionisti del galleggiamento".