Il Tridente non è ancora spuntato. Anzi potrebbe essere di nuovo affilato se si trovassero tra i 350 e i 400 milioni. Il governatore del Veneto Luca Zaia è ottimista sulla possibilità di convincere il sindaco di Torino, Chiara Appendino, a ripensarci e a rimettere insieme un ticket a tre con Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali 2026. Una formula così inedita, assicura il presidente del Coni, Giovanni Malagò, da entusiasmare addirittura il Comitato olimpico internazionale.
L'ultima voce a levarsi è quella di Matteo Salvini. "Da cittadino italiano, da sportivo, da padre di famiglia e da vice premier" dice il leader della Lega, ”farò tutto quanto è possibile perché l'Italia abbia le Olimpiadi invernali. Quello che coinvolge l'intero arco alpino è un progetto bellissimo, ed è un progetto italiano non torinese o milanese, sarebbe stato affascinante dal punto di vista mediatico e sportivo. Le rivalità di campanile di fronte a un progetto utile a 60 milioni di italiani vanno accantonate: continuiamo a lavorare per mettere d'accordo tutti. Spero ancora si possa andare avanti in tre altrimenti si andrà avanti in due".
Ma perché tanto ottimismo? Innanzitutto parlano i numeri e, su tutti, le date: se (da sola o in ticket) si aggiudicasse le Olimpiadi del 2026, Cortina celebrerebbe i 70 anni da quelle storiche, perché le prime in Italia, del 1956. Anzi, il successo organizzativo di quell'esperienza a contribuì a portare a Roma i Giochi, altrettanto storici, del 1960.
Siamo ancora in tempo?
"Penso che la partita possa essere interessante per molti privati" dice Zaia, in un'intervista al Corriere. "Spero che il Coni ci sostenga, e che tutti valutino fino in fondo. Faccio appello al governo affinché non abbandoni questa sfida e anzi la giochi fino in fondo". Come segno di buona volontà, Zaia offre concessioni sulla ormai celebre questione dei nomi. "Faccio appello anche a Torino: se il problema è la precedenza dei nomi, per noi va bene anche essere nel logo come terza città" dice.
Secondo Malagò l'Italia è "ancora in tempo". "Non credo che Losanna non ci prenda in considerazione" dice, intervistato da Radio Anch'io, convinto che la partita sia "oggettivamente, assolutamente aperta". Non solo: per il presidente del Coni con una candidatura a due (Milano-Cortina) "è sicuro che l'Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del Governo".
Come sono andate le cose
E' Zaia a raccontare come sono andate le cose. "Ci eravamo buttati di cuore, eravamo entrati come Cenerentola tra i grandi candidati" dice, "Forti però di un ottimo dossier e del fatto che Cortina è l'hub degli sport invernali più importante d'Europa. La nostra candidatura avrebbe visto per la prima volta tutte le discipline in montagna. Poi ci e' stato chiesto se saremmo stati disponibili a condividere la candidatura con Milano e Torino. Dato che da soli si va più veloce, ma insieme si fa più strada, abbiamo subito accettato. Anzi, la parola 'tridente' l'ho inventata io. E quando tutti abbiamo dato assenso al Coni, io pensavo che la partita fosse chiusa così. Il problema è che si rischia di perdere non soltanto le Olimpiadi mala credibilità. Penso a come ci presentiamo all'estero: se ogni volta che diciamo "noi ci siamo" un momento dopo scompariamo, il problema esiste".
Il governatore del Veneto ci tiene a sottolineare che quella in corso "non è una sfida o una prova muscolare" con Torino. "Io sono un inguaribile ottimista" ha affermato Zaia - "ci sono non solo i 980 milioni per le Olimpiadi. Noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome, è un peccato sciupare questa opportunità". "Abbiamo lavorato per mesi" ha poi detto a Radio 2, "ora non possiamo buttare tutto al vento. Cortina nel 2021 ospiterà i Mondiali di sci, vogliamo patrimonializzare e mettere in economia circa 242 milioni di investimenti per le Olimpiadi del 2026".
Ottimismo condiviso dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, secondo cui "i fondi per le Olimpiadi per come le stiamo immaginando non sono enormi. Per Expo ho raccolto alla fine circa 400 milioni e non c'era dietro un marchio importante come quello delle Olimpiadi". Le garanzie istituzionali richieste dal Cio, poi, potrebbero fornirle le regioni Lombardia e Veneto (che da sole, ha detto, fanno l'intero Pil della Svezia) qualora il governo centrale non fosse disposto a impegnarsi.
Il sindaco di Torino, che ha mandato a Managò una lettera in cui dice di non prendere in considerazione l'ipotesi del 'tridente', non ciondivide lo stesso ottimismo. "Per noi finisce qua" dice, "in Piemonte, senza il pieno sostegno e l'impegno economico del governo, non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi".
La versione di Chiara
"La candidatura a tre è nata come un pasticcio e così è finita" liquida da parte sua la questione Chiara Appendino, "iI ticket Milano-Cortina era pronto già in estate, quando il Coni pensava che mi sarei sfilata. Per mesi ho combattuto una battaglia in cui credevo. Abbiamo lavorato a lungo a un dossier di candidatura che rispondesse pienamente alle indicazioni e ai requisiti in tema di sostenibilità economica e ambientale richiesti dal Comitato olimpico nazionale e dal Cio, che tenesse conto del know-how acquisito nel tempo nell'organizzazione di grandi eventi sportivi e non solo, che considerasse gli interessi del territorio e del Paese e i cui costi non pesassero sulle nostre comunità".