AGI - Rossano Sasso, deputato della Lega, esce dall'Aula e, in Transatlantico, stringe il pugno in segno di vittoria, mentre in Aula c’è ancora chi applaude.
Ore 19,45: i cellulari dei deputati al lavoro sugli ordini del giorno della legge di bilancio cominciano a trillare quasi in contemporanea. Le notifiche riportano i lanci d'agenzia: Matteo Salvini è stato assolto nel processo Open Arms perché il fatto non sussiste.
"Matteo Salvini ci ha insegnato, difendere i confini non è reato", improvvisa lo slogan Sasso. Una assistente del gruppo Lega lo abbraccia: "Sono felice come una bambina". La seduta dell'Aula viene sospesa, i deputati sciamano nel salone della Camera.
I leghisti si riuniscono assieme al capogruppo Riccardo Molinari nel corridoio riservato ai fumatori. "Il coro che si è alzato in Aula appena appresa la notizia dell'assoluzione rende l'idea di quanto tutta la Lega sia felice in questo momento", si legge in una nota che Molinari firma assieme all'omologo del Senato, e nuovo segretario della Lega lombarda, Massimiliano Romeo.
"Difendere i confini del nostro Paese non è un reato, ma un diritto-dovere. E Matteo Salvini nell'esercizio delle sue funzioni di ministro ha fatto quello che gli italiani gli hanno chiesto. Giustizia è fatta", dichiarano. Da Bruxelles, dove è impegnata nel Consiglio Europeo, Giorgia Meloni esprime la sua "grande soddisfazione per l'assoluzione del vice Presidente e ministro Matteo Salvini nel processo Open Arms. Un giudizio che dimostra quanto fossero infondate e surreali le accuse rivoltegli".
Il vicepremier Antonio Tajani, presente alla Camera per presenziare al Cdm sulla nota di variazione di Bilancio, sottolinea: "C’è un giudice a Palermo! Un abbraccio a Matteo Salvini". Da Palermo, Salvini esulta per una sentenza che "assolve un'idea di paese, entrare in Italia prevede regole, limiti, controlli". Poi attacca: "Chi usa i migranti per fare battaglia politica ha perso e torna in Spagna con le mani in saccoccia. Il tribunale di Palermo, come quello di Catania, ha detto che abbiamo fatto il nostro dovere".
Di strumentalizzazione politica parla anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa: "Esprimo la mia soddisfazione per l'assoluzione del Ministro Matteo Salvini che dopo anni vede finalmente riconosciuta la correttezza del proprio operato", dice: "La giustizia ha fatto chiarezza, mettendo la parola fine a una vicenda troppo spesso strumentalizzata per fini politici", aggiunge la Seconda Carica dello Stato.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, si sofferma invece sull'aspetto umano e personale della vicenda che ha toccato Salvini: "So che per lui e per i suoi cari è stata una situazione dura e difficile. Rivolgo a tutti loro il mio abbraccio". Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sente Salvini subito dopo la lettura della sentenza: "L'ho appena sentito: sono contento per lui, sono contento per lo Stato italiano. C’è voluto il suo coraggio per ribadire un principio che tutti devono rispettare", dice Giorgetti interpellato dai giornalisti.
Un "bravo", poi, arriva dall'altra parte dell'oceano. È quello di Elon Musk che sulla vicenda aveva già fatto sentire la sua voce quando ha definito "folli" i giudici di Palermo.
Archiviato il processo, con l'assoluzione del ministro Matteo Salvini, la linea delle opposizioni non cambia: sui migranti il governo ha fallito. Da Elly Schlein a Giuseppe Conte, passando per Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, il coro è pressoché unanime. "La nostra critica alle scelte di Meloni e Salvini è tutta politica e non cambia di un millimetro. Le sentenze si rispettano sempre, la nostra opposizione alle loro scelte continuerà", dice Elly Schlein.
"Noi, a differenza della destra, le sentenze siamo abituati a rispettarle", premette Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: "Questo non cambia di una virgola il nostro giudizio politico sulle scelte di allora e sulle scelte di oggi. Quando Salvini dichiara che chi usa i migranti per fare politica oggi ha perso, vorrei ricordare che se c’è qualcuno che ha usato i migranti per finalità politiche, per molti anni, quello è proprio Salvini. E questo non fa vincere mai nessuno".
Giuseppe Conte, leader del M5s, ricorda che anche lui si è trovato a rispondere ai giudici: "Sulla vicenda del Covid anche io ci sono passato, ho dovuto rispondere davanti ai giudici; ma non ho mai ceduto alla tentazione di mettere in discussione la loro prerogativa di esercitare il loro sindacato in autonomia". È questo che l'ex premier si augura per il centrodestra: "I giudici sono un potere autonomo ed è bene che tutte le forze di centrodestra lo tengano presente, quando pensano di avere ragione e quando non ne hanno. Questa sentenza", aggiunge Conte, "va rispettata, è una vicenda nota, quello che avevo da dire l'ho detto da testimone. Secondo me sulle politiche migratorie bisogna essere concreti e lavorare a livello europeo senza abbandonarsi alla propaganda che non porta da nessuna parte".
Davanti ai giudici è finito, per diversi anni, anche Matteo Renzi, appena assolto nel processo sulla fondazione Open. "Meglio così, è giusto e doveva finire così", è il commento del leader di Italia Viva: "La nostra posizione è sempre stata che occorre difendersi nel processo e non dal processo. E adesso finalmente possiamo chiedere che l'immigrazione sia affrontata in modo più serio, non spettacolarizzato".
Nonostante questo, Renzi non rinuncia a ribattere a Salvini sul tema del garantismo: "Salvini sempre garantista? Ma se attaccava mio padre sul caso Consip, chiedendosi se ci fosse un giudice libero di andare fino in fondo".
Nei capannelli dell'opposizione in Transatlantico, tuttavia, si ragiona anche su un altro aspetto. In molti, in caso di condanna, avrebbero scommesso sulla propaganda 'vittimistica' della destra. Riccardo Magi, segretario di Piu' Europa, lo dice esplicitamente: Di certo, Meloni e Salvini ora potranno smetterla di recitare la parte della vittima urlando alla magistratura politicizzata quando vedono smontati i loro decreti e i loro provvedimenti sadici, raffazzonati e contrari al diritto".