AGI - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale re Filippo VI e la regina Letizia di Spagna. Quella al Quirinale è la prima tappa della visita di Stato di due giorni dei reali spagnoli. "È per la Repubblica italiana un onore avere qui la loro maestà in visita, sottolineando così l'amicizia e la collaborazione tra Spagna e Italia. L'amicizia e la collaborazione hanno tanti legami, sono solide e crescenti", ha sottolineato il capo dello Stato. La visita di re Felipe e della regina Letizia "è di grandissime importanza - ha rimarcato Mattarella - anche per il momento storico che attraversano l'Unione Europea e la comunità internazionale". Il presidente della Repubblica ha ribadito anche "le straordinarie relazioni che intercorrono tra Spagna e Italia".
Dopo l'incontro al Quirinale, i Reali di Spagna hanno fatto tappa all'Altare della Patria. Re Felipe VI ha deposto una corona al Sacello del Milite Ignoto, alla presenza del ministro della Difesa, Guido Crosetto. I Reali si sono quindi spostati al Casino del Bel Respiro a Villa Doria Pamphili per il pranzo offerto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. A seguire l'incontro in Senato col presidente Ignazio La Russa che, assieme a quello della Camera, Lorenzo Fontana, li ha ricevuto poi a Montecitorio davanti alle Camere riunite.
Con La Russa, i Reali hanno presenziato al ricollocamento del fregio mediceo del XVII secolo raffigurante il corteo trionfale di Carlo V dopo la sua incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero da parte di Papa Clemente VII, nel 1530 a Bologna. Il fregio è stato restaurato di recente e torna a Palazzo Madama dopo 270 anni, per essere collocato nella Sala che ospita anche i ritratti di Margherita d'Austria - detta "la Madama", figlia di Carlo V - del fratello di Margherita, Filippo II, e del figlio Alessandro Farnese, nato proprio a Palazzo Madama.
Al sovrano spagnolo La Russa ha poi consegnato una copia della campanella usata per coordinare i lavori in Senato, segno di stima. Nel corso della visita al Senato, è stato ricordato che Juan Carlos I nacque proprio a Roma, nel 1938, e successivamente venne registrato presso il consolato spagnolo a Roma. La famiglia reale spagnola viveva in esilio nella capitale, dopo che in Spagna era stata proclamata la Repubblica il 14 aprile del 1931. Al termine della visita al Senato, la coppia reale spagnola si è diretta verso Montecitorio, dove Felipe VI terrà un discorso davanti alle Camere riunite. Lo stesso onore riconosciuto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando, nel 2021, intervenne davanti alle Camere spagnole riunite, in piena pandemia.
"Desidero innanzitutto rinnovare a voi e a tutto il popolo di Spagna, in nome del popolo italiano, i sentimenti di profondo cordoglio e massima vicinanza per l'alluvione che ha colpito la città di Valencia", ha detto Fontana ai Reali di Spagna accogliendoli nell'Aula di Montecitorio. "Mi è gradito, Maestà, riprendere le parole pronunciate anni fa in occasione del suo giuramento - ha proseguito Fontana -. Lei ha affermato che la corona, ed è un discorso che si applica a tutti coloro che hanno l'onore e l'onere di rappresentare le istituzioni pubbliche, deve sapersi guadagnare l'affetto, il rispetto e la fiducia dei cittadini. Sono parole a cui lei ha dato concretezza in questo decennio. È nostro dovere mostrarci all'altezza delle nostre responsabilità e consegnare alle generazioni che si affacciano alla vita pubblica un mondo di pace che si può realizzare solo con il dialogo, costruendo ponti e cercando con determinazione la via della cooperazione anche quando essa sembra preclusa. Per farlo serve da parte di tutti uno sforzo e un profondo convincimento. Con l'auspicio della pace, alla vigilia del Giubileo, la ringrazio dunque per aver accolto il nostro invito", ha aggiunto Fontana.
Stasera, sempre al Quirinale, ci sarà la cena ufficiale. Mentre domani Felipe e consorte saranno a Napoli, dove il re di Spagna riceverà una laurea honoris causa della Federico II.
Il discorso di Felipe VI
"Italia e Spagna hanno una chiara consapevolezza del passato, nel senso che c'è un passato non può ripetersi neppure per scherzo". Lo ha affermato re Felipe VI di Spagna nel suo discorso a camere unite a Montecitorio. I nostri Paesi - ha proseguito - "sono uniti dal forte impegno sul multilateralismo basato su regole e principi della carta delle Nazioni Unite carta NU e abbiamo anche le stesse preoccupazioni quando viene messi in discussione l'esistenza di importanti fori internazionali che sono cruciali (...) Lasciare che cadano - ha aggiunto il sovrano spagnolo - sarebbe cadere nelle tenebre".
Felipe VI di Spagna ha voluto in particolare ringraziare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l'invito a visitare l'Italia, e tutte le altre autorità della Repubblica che hanno reso possibile questa visita da lui stesso definita "speciale". Intervenendo a Montecitorio, a camere riunite, il sovrano spagnolo in segno di apprezzamento e simpatia ha tenuto a pronunciare una piccola parte iniziale del suo discorso "nella bellissima lingua italiana". E poi, esprimendo gratitudine verso il Capo dello Stato, ha detto di aver "sempre trovato nella presidenza della Repubblica saggezza senno e consiglio: Mattarella è un punto di riferimento per l'Italia e per gli italiani nonché per molti Capi di Stato, tra i quali sicuramente mi ritrovo. Sono onorato di essere tra loro.
In un altro passaggio del suo intervento, il sovrano ha ringraziato per "l'onore di poter accedere a questa impressionante tribuna". "L'Italia e la Spagna - ha aggiunto - sono Paesi fratelli oltre che amici". Felipe VI ha poi tenuto a ringraziare gli ex premier Mario Draghi ed Enrico Letta, "due illustri italiani per il loro impegno e la loro visione strategica". In particolare, riferendosi ai rapporti da loro redatti in ambito europeo, sul futuro del Mercato Unico e sulla sfida della competitività europea, il sovrano spagnolo ha parlato di "due grandi bagagli che porteremo con noi". Sul fronte più prettamente economico, ha evidenziato come Italia e Spagna, insieme, rappresentino circa un quinto del Pil dell'Ue "questo spiega - ha evidenziato - perché dobbiamo essere consapevoli dell'importanza di lavorare insieme, possibilmente ancor più intensamente". In particolare, Madrid e Roma dovranno, a suo avviso, lavorare in sintonia come Paesi chiave dell'Europa del mediterraneo "modulando insieme le risposte alle grandi sfide globali".
I conflitti in Ucraina e Medio Oriente
"Sono passati quasi tre anni dall'aggressione della Russia all'Ucraina. Un'aggressione che ha colpito tutta la comunità internazionale, che ha violato tutti i diritti". Lo detto il re Felipe VI nel suo intervento davanti alle Camere riunite, chiedendo per l'Ucraina una "pace giusta e durevole". Quanto al conflitto in Medio Oriente, ha aggiunto: "Condanniamo fermamente la violenza e il terrore nella regione, che nessuna causa politica dovrebbe trovare giustificazione o protezione. Lanciamo un nuovo appello per raggiungere un cessate il fuoco definitivo, il rilascio di tutti gli ostaggi e un massiccio accesso agli aiuti umanitari. Il diritto internazionale umanitario, il minimo comune denominatore dell'umanità, deve essere rispettato senza eccezioni", ha proseguito il sovrano spagnolo. "E quando arriverà il tanto atteso silenzio delle armi, Spagna e Italia continueranno a condividere - per quanto utopico possa sembrare - la visione di due Stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, come unica soluzione possibile, duratura ed equa", ha sottolineato.
Infine, un ultimo riferimento ai recenti attacchi subiti dalla base di Unifil: "Qualsiasi attacco ai nostri soldati, italiani e spagnoli, dell'Unifil rappresenta una violazione gravissima dei diritti umani e della risoluzione 1701 dell'Onu, che condanniamo".
"Non c'è sfida o minaccia, per quanto grave, che ci giustifichi di allontanarci dalla nostra identità e dal nostro percorso europeo. Il prezzo che pagherebbero i nostri cittadini, quello che pagherebbe la stessa Europa e quello che pagherebbe la nostra civiltà sarebbero insostenibili. Non dimentichiamocelo", ha detto Felipe VI nella parte del suo discorso in Parlamento incentrata sull'Unione europea. "Il futuro non si costruirà con la forza ne' con il desiderio di conquista, ma con la paziente applicazione del metodo democratico, dello spirito di consenso costruttivo e del rispetto della libertà", ha detto riprendendo una citazione di Alcide de Gasperi, risalente a piu' di 70 anni fa.
"Ci parla di un processo di integrazione, ma anche di un'identità, plasmata con un metodo per il quale valgono i tre aggettivi che usa De Gasperi: "paziente", "democratico", "costruttivo". È la nostra identità di europei; ciò i cui fondamenti sono sanciti, sotto forma di valori, dall'articolo 2 del Trattato UE: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto, rispetto dei diritti umani, diritti delle persone appartenenti a minoranze, pluralismo, non -discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e uguaglianza tra donne e uomini", ha proseguito il sovrano spagnolo. Valori e principi fondamentali per consentire all'Europa di far fronte a sfide complesse ed enormi quali sicurezza, crisi climatiche, transizione energetica, gestione della migrazione. Felipe VI ha poi fatto riferimento ai 40 anni dall'adesione della Spagna all'allora Comunità Economica Europea che ricorrono nel 2026. È proprio "la nostra concertazione, la nostra solidarietà che ci ha aiutato a promuovere progetti come il Recovery Fund Next Generation EU, che sta trasformando l'Europa".
Nel 2026, ricorreranno 160 anni di relazioni bilaterali tra la Spagna e l'Italia, che Felipe VI ha definito "paesi amici, paesi fratelli". "Il nostro coordinamento negli scenari globali poggia su una realtà viva e in continuo progresso: quella di solide relazioni bilaterali, che l'anno prossimo festeggeranno 160 anni, e che sono sorrette da due pilastri ai quali vogliamo rinunciare: amicizia sincera e rispetto reciproco", ha sottolineato il re di Spagna nel suo discorso davanti alle Camere riunite. "Italia e Spagna continueranno a camminare insieme con profondo rispetto e amicizia lungo i sentieri non sempre facili del mondo del XXI secolo", ha concluso Felipe, citando le parole di Maria Zambrano, "una delle grandi voci del nostro pensiero, che visse, forse, gli 11 anni più fruttuosi del suo esilio a Roma".