AGI - Eccolo il messaggio tanto atteso, e preannunciato, di Beppe Grillo, cofondatore e garante del Movimento 5 stelle, alla fine è arrivato. Il comico genovese entrato in politica parla con il suo solito linguaggio un po' cifrato e una postura tra l'ironico e il serio: posta un video con immagini e colonna sonora in contraddizione tra loro, ma appena interviene ne chiarisce il motivo. Grillo lancia i suoi j'accuse, accenna a suoi progetti (che per ora lascia nel mistero) dal sedile di guida di un carro funebre. Il sottofondo è però l'Inno alla Gioia di Beethoven, il che sta a significare - e lo esplicita - che il Movimento è "stramorto" ucciso dalla guida di Giuseppe Conte leader, ma può risorgere, come l'araba fenice, dal suo humus, dalla sua decomposizione.
Non parla di battaglie legali esplicitamente né dice come ha in mente operativamente di agire. Lascia libertà di voto agli iscritti che ha chiamato a pronunciarsi di nuovo sullo Statuto, e forse non poteva fare diversamente visto che l'invito è suo. Ma di questo, nelle reazioni di primo acchito, si danno letture di segno opposto. Sul simbolo appare chiaro, da una parte e dall'altra degli 'schieramenti' che darà battaglia chiedendo a chi segue Conte di farsi un proprio partito con un proprio nome.
Grillo esordisce: "sono ottimista riguardo al voto del 5 dicembre. Andate a votare, se volete andare a votare, altrimenti andate per funghi, provate a prendere una bella decisione. Io non mi offendo, non vi conosco neanche più, quindi capisco anche la vostra decisione. Però cercate di pensare che questo movimento avrà un altro decorso e meraviglioso che ci siate o no". Il Garante parte con gli affondi: "Devo parlarvi però da Garante, come confermato dallo Statuto, e quindi come custode dei grandi valori del Movimento 5 stelle che sono scomparsi in questi tre anni".
E ancora: "Vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un certo senso di disagio. Fatevi un altro simbolo, andate avanti e fate le vostre cose. Il Movimento è stramorto, ma è compostabile. L'humus che c'è dentro non è morto. Questo Movimento avrà un altro decorso che ci siate voi o no", dice. Giuseppe Conte come il "Mago di Oz", con la tattica di "non farsi mai trovare" ha usato "la carta vincente per disintegrare il Movimento nella sua identità", trasformandolo "in un partitino progressista" con "giochini e giochetti" sulle alleanze "che neanche la Democrazia Cristiana di vent'anni fa".
"Su di me - riprende - sono state dette delle cose. Ho solo chiesto da Garante, da gran custode di tutto, di avere un controllo sulle cose: non ho ancora ricevuto risposta. Questo modo di comportarsi, che conoscete benissimo, è stata la carta vincente per disintegrare il Movimento nella sua identità", e non manca la stoccata al possibile mandato dell'ex presidente della Camera, Roberto Fico, per le regionali della Campania. Sul voto della Costituente che c'è stato il 23 e 24 novembre fa aleggiare il dubbio e sul vincolo del tetto dei due mandati elettivi tiene il punto: "Io scompaio proprio in funzione dei due mandati. Questa votazione aveva 20 domande per coprirne tre: quella di mandare via me, di fare due mandati, tre o quattro, e la situazione del presidente. Quindi, per coprire quelle tre domande ne sono state fatte venti, tipo cosa è la giustizia, cosa ne pensi della sanità. E poi hanno votato meno della metà degli iscritti, quindi io pongo un dubbio", prosegue.
"Ho già perso, lo so, ma sono ottimista perché questo Movimento aveva un'identità straordinaria", sottolinea e ricorda: "L'identità dei due mandati? Eravamo d'accordo con il Mago di Oz per fare una legge dello Stato, e in più io aggiungevo che bisognava fare il primo mandato nei comuni, perché è nei comuni che passa la strategia economica del futuro, perché la globalizzazione sarà decentrata sui Comuni. I Comuni faranno l'unica politica che conta", dice ancora. Dal quartier generale del Movimento 5 stelle di via Campo Marzio nessuna reazione ufficiale. Quelle a caldo da parlamentari e maggiorenti non mancano: "Grillo chi?", dice un esponente pentastellato e gli fa chi, piuttosto arrabbiato, risponde "ma ci faccia il piacere. Dove era in questi sette anni mentre noi ci facevamo il c... contro la Casta? Ci ha lasciato da soli e basta".
Le battaglie che ha rivendicato nel video come sue proposte mai giunte a Conte "sono quelle che abbiamo combattuto e per le quali lottano suoi territori, e senza onori, i nostri attivisti", è un'altra delle reazioni. E non basta c'è chi fa ragionamenti anche più ampi, benché a caldo. C'è chi ritiene che Grillo in realtà sia molto preoccupato e lo nasconda dietro al tono di chi fa la vittima dicendo "lo so che io ho già perso". Mette le mani avanti, insomma, dopo aver portato avanti quella che viene considerata una pratica di boicottaggio non solo nei riguardi di Conte ma di tutto il Movimento, inimicandosi la comunità a ogni possibile appuntamento, elettorale o meno che fosse.
"È grave che disprezzi chi 'si fa il mazzo' dicendogli 'io manco vi conosco'", osservano ancora dalle file del Movimento. La scelta di dare libertà di voto? Non poteva fare diversamente perché, si osserva, se avesse predicato l'astensione avrebbe tradito due volte se stesso, avendo chiesto di rivotare e sempre predicato la democrazia diretta, ma resta ambiguo nel vagheggiare la scelta di andare per funghi. È stato lasciato solo? Bugie, dicono ancora le voci dei lealisti: era lui, notano, che riuniva solo il 'caminetto', che si confinava all'hotel Forum e molti dei parlamentari ne conoscevano le mosse attraverso i media.
Quanto al simbolo: per ora la battaglia è politica. Vediamo che farà, è il ragionamento, ma con la certezza che se dovesse impugnarne la titolarità uscirebbe perdente. Altro campo, altro tono, tra chi invece con Grillo, di fatto, si è schierato: uno per tutti, l'ex parlamentare M5s Marco Bella: "Per Beppe il voto non cambia nulla, visto che già meno della metà degli iscritti, ovvero 80.000 su 160.000 originari, non ha partecipato. Quel voto non può essere considerato politicamente legittimo in ogni caso. L'esito è importante solo per Conte-Oz e per chi ancora gli crede". Il simbolo? "Da Grillo - assicura - arriva un chiaro riferimento al fatto che farà di tutto per toglierlo a queste persone".
Il Movimento
Era l'11 marzo 2022 quando fu votato il nuovo statuto del M5s in seguito all'azzeramento dei vertici del movimento dopo la causa intentata a Napoli da un gruppo di attivisti ed ex componenti del primo meet up.
Un precedente legale. E una nuova battaglia legale è quella che potrebbe annunciare Grillo nel messaggio di oggi. Un'iniziativa che potrebbe portare, è il sospetto di diversi pentastellati, alla volontà di rinunciare alla 'copertura' legale per far saltare il contratto siglato con Giuseppe Conte. Un ulteriore strappo, quindi. L'ex premier l'ha ripetuto più volte: il fondatore M5s non può rivendicare il contrassegno che è di proprietà dell'intera comunità.
Ma si attende un colpo di teatro da chi ha contestato gli esiti di Nova, la kermesse tenutasi al palazzo dei Congressi a Roma, e le deliberazioni