AGI - Le proporzioni della portata politica dell'Assemblea costituente del M5s stanno tutte nei numeri. Dopo un lavoro di limatura, culminato in due lunghe riunioni del Consiglio nazionale, sul sito del Movimento è stato pubblicato l'elenco dei quesiti che saranno messi al voto degli iscritti. Si tratta di 52 domande, suddivise in 12 macro-aree. Ma si attendono ancora le proposte relative ai temi, ovvero quelle sulla parte più "politica" e programmatica, che sono state al centro di questi mesi di discussione interna. Quelli diffusi nella tarda serata di ieri, però, sono i quesiti considerati più delicati. Opzioni che rappresentano un vero e proprio bivio per i militanti che saranno chiamati a scegliere.
Ci sono le proposte che vertono sul ruolo del Presidente e degli organi che lo affiancano. Poi il focus si concentra sul ruolo del Garante, che potrebbe anche essere abolito. Quindi si passa alle modalità di votazione per le modifiche statutarie, al comitato di Garanzia e collegio dei Probiviri, all'organizzazione territoriale, al nome e al simbolo e ai finanziamenti, giovani, funzionamento interno dell'Associazione, scuola di formazione e comunicazione sui territori. Troviamo anche proposte di modifica al Codice Etico, dove spiccano varie ipotesi per il superamento della regola dei due mandati. Infine il posizionamento nell'arco parlamentare e le alleanze politiche: una scelta tra "progressisti", "progressisti indipendenti", di "sinistra" o "non dichiarare alcun posizionamento".
Ruolo del garante
Uno delle questioni più spinose, al vaglio dell'assemblea, è sicuramente quella relativa alla figura del Garante, oggi incarnata dal fondatore, Beppe Grillo. All'appuntamento di 'Nova', la kermesse del 23 e 24 novembre, il M5s è arrivato dopo un'escalation polemica durata mesi tra Giuseppe Conte e Grillo. Il risultato è che anche la casella occupata da 'l'Elevato' è ora pienamente in discussione. Gli iscritti, in prima battuta, dovranno decidere se eliminare o no "il ruolo del Garante". In caso di prevalenza dei sì alla cancellazione di questa carica, la base dovrà valutare se non rimpiazzarla con nessun altro organo oppure se affidare le sue funzioni al Comitato di Garanzia o a un "organo collegiale appositamente eletto". Mentre, in caso di mantenimento del Garante, ci si troverà di fronte a tre strade: limitare i suoi poteri, abrogando la parte dello Statuto in cui gli si conferisce "il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto"; trasformare il Garante da "a tempo indeterminato" a una carica non più vitalizia, della durata "di quattro anni rinnovabile per non più di due mandati consecutivi"; far diventare il Garante "un ruolo esclusivamente onorifico", con "funzione di natura consultiva non vincolante".
Nome e simbolo
In questo caso, la norma che aprirebbe a eventuali modifiche di nome e simbolo, è la semplificazione di una regola dello Statuto. In caso di via libera da parte degli iscritti, non servirà più che eventuali cambiamenti siano deliberati dal Consiglio nazionale "su proposta del Presidente di concerto con il Garante" ma sarà sufficiente che a proporre le modifiche sia "il Presidente o il Garante".
Limite mandati
Particolarmente ampio il ventaglio di opzioni per quanto riguarda la regola dei due mandati. Un principio storico, blindato da Beppe Grillo. Ci sono la proposta di una deroga, ma solo per quanto riguarda le candidature a sindaco o a presidente di Regione, l'innalzamento a tre dei mandati elettivi, l'applicazione della regola limitata "a ciascun livello istituzionale". Tra i sette quesiti ce ne sono anche di più 'innovativi', come l'introduzione di una pausa di 5 anni per potersi candidare al termine dei due mandati, il calcolo dei due mandati tenendo conto solo di quelli portati a termine, la possibilità di deroghe "concretamente motivate in ragione delle attività svolte e dei meriti acquisiti" e l'eliminazione dei due mandati solo relativamente al "livello comunale".
Posizionamento e alleanze
Progressisti o nè di destra nè di sinistra? è questo il primo bivio, in tema di posizionamento politico, di fronte a cui saranno chiamati a decidere gli iscritti al M5s. Nel caso la maggioranza optasse per dichiararsi "forza progressista", subentrerebbero "tre specificazioni", da sottoporre al voto. E qui la prima definizione è di "progressisti indipendenti", pronti a "occupare un ampio spazio politico progressista", con un Movimento, però, "non riducibile solo alle più tradizionali forze di sinistra". La seconda è quella di dichiararsi "forza progressista", mentre la terza imporrebbe al M5s di collocarsi a "sinistra", "anche in accordo con il posizionamento del Movimento nel Parlamento europeo". Sulle alleanze, alternativamente allo scenario radicale di "vietare ogni forma di alleanza", c'è il condizionamento degli accordi ad alcuni fattori "da allegare al Codice Etico", come "l'elaborazione di un documento che dichiari i valori e i punti programmatici non negoziabili del Movimento da far sottoscrivere alle forze politiche", "la condivisione di un accordo programmatico preciso" o "la ratifica della base degli iscritti".