AGI - La sfida delle regionali alle porte consiglia ai leader di centro sinistra di mettere da parte i livori degli ultimi mesi e di affrontare i nodi della coalizione dopo il voto. Le tensioni interne, come fanno notare fonti dem alla Camera, rischiano di compromettere il gli elettori non premiano mai i litigi, è il ragionamento. Per questo gli esponenti dell'opposizione che sostengono Orlando in Liguria saranno insieme, in piazza a Genova, il 25 ottobre.
Una iniziativa unitaria come non se ne vedevano da tempo. L'ultima volta è stato alla festa di Avs, attorno a quella birra che doveva suggellare il patto ma alla quale sono seguite settimane di tensione. Per l'iniziativa, che si dovrebbe tenere nel pomeriggio, si sta valutando una piazza dalla capienza importante nel centro di Genova. Non solo: venerdì, in piazza a Roma per la vertenza Stellantis, ci saranno Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte, Elly Schlein e Carlo Calenda. I quattro leader hanno presentato una mozione congiunta al governo nella quale si chiede al governo di lavorare per garantire i livelli occupazionali e la produzione in Italia, oltre che investimenti nell'auto elettrica. E ancora: in una nota congiunta, le opposizioni hanno chiesto al presidente di Stellantis, John Elkann, di riferire al Parlamento sui destini degli stabilimenti italiani e sulla cessione du Comau, azienda di automazione e robot, a un fondo americano. Se i quattro leader di centrosinistra saliranno assieme sul palco assieme è una ipotesi remota, ma la presenza in piazza è un nuovo tassello a quella unità che sembrava perduta solo poche ore fa. Schiarite alle quali si aggiunge quella sul 'nodo' Renzi nelle regioni al voto. Il centrosinistra ha trovato la quadra in Emilia-Romagna e Umbria sulla coabitazione della componente Cinque Stelle e di quella di Italia Viva nelle liste che sostengono Michele De Pascale e Stefania Proietti.
La condicio sine qua non posta dai Cinque Stelle era di non presentare il simbolo del partito di Matteo Renzi accanto a quello del Movimento. Per il resto, dal Movimento fanno sapere che non si è mai fatta la "caccia al renziano" o l'analisi del pedigree di esponenti che, al massimo, potrebbero essere inseriti nelle liste civiche a sostegno del candidato presidente. In Emilia-Romagna, stando a quanto si apprende, Italia Viva sara' rappresnetata senza il simbolo dentro la lista civica del presidente De Pascale. In Umbria, il partito di Renzi sta ancora valutando ma dovrebbe trovare posto in una delle liste civiche nate per sostenere Proietti.
Uno schema che si ipotizzato gia' dall'estate, dopo che l'altola' ai veti arrivato da Elly Schlein aveva aperto la porta del campo progressista al partito di Renzi, provocando l'irrigidimento dei Cinque Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra. Il braccio di ferro che ne è scaturito ha portato all'uscita dal perimetro della coalizione del partito di Renzi. Uno 'strappo' che rischiava di ripersi nelle altre due regioni al voto: dieci giorni fa il presidente Giuseppe Conte ha fatto sapere di non avere intenzione di presentare il proprio simbolo accanto a quello dei renziani. Parole che avevano allarmato i candidati in Umbria ed Emilia-Romagna, preoccupati per una eventuale uscita dei Cinque Stelle dalla coalizione.
Per tutta risposta, il partito di Renzi - che sul punto non si era ancora espresso - aveva fatto sapere che il simbolo ci sarà e che Italia Viva non accettera' altri diktat, dopo quello che ha portato alla rinuncia alle candidature di esponenti renziani in Liguria. Un braccio di ferro condotto nelle ore in cui la tensione fra Campo Marzio e Nazareno raggiungeva livelli di guardia, con i due leader che evitavano accuratamente di presentarsi fianco a fianco agli eventi pubblici, dalla consegna delle firme contro l'Autonomia differenziata alla manifestazione di Piazza Navona contro il ddl sicurezza, fino alla presentazione del rapporto Gimbe, seguita da Conte in piedi pur di non sedersi accanto a Schlein. Ora, viene spiegato, la sfida delle regioni consiglia di mettere da parte i livori e di affrontare i nodi della coalizione dopo il voto. (AGI)Mol