AGI - Mai spesi soldi del ministero, neanche per un caffé, e nessun accesso a documenti di natura riservata: Gennaro Sangiuliano ribadisce la sua verità a Giorgia Meloni, questo pomeriggio, nel faccia a faccia di oltre 90 minuti con la premier a Palazzo Chigi sul caso di Maria Rosaria Boccia, la 41enne che rivendica una presunta consulenza con il ministero della Cultura, poi sfumata, e di non aver "mai pagato nulla" per i viaggi organizzati dal Mic a cui ha preso parte. Cosi' con le opposizioni in pressing a chiedere le dimissioni del ministro o quantomeno un passaggio urgente in Parlamento, Sangiuliano tira dritto e rivendica - di fronte alla premier - i contenuti della lettera pubblicata questa mattina dal quotidiano "La Stampa".
"Mai un euro del ministero, neanche per un caffé, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all'organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata", dichiara dopo il colloquio con la presidente del Consiglio. Una vicenda a cui la premier presta attenzione - con Sangiuliano si era già sentita prima dell'incontro di oggi - senza badare ai gossip ma puntando invece sulle questioni, soldi pubblici e documenti riservati, che interessano il governo. Sangiuliano "mi garantisce - aveva detto Meloni ieri sera intervistata da Del Debbio - che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato, particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani e' stato speso per questa persona". Come a dire che se questi due paletti saranno confermati il ministro non rischia. Intanto non molla Maria Rosaria Boccia: "siamo sicuri" che la nomina "non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile... La riascoltiamo insieme?", scrive su Instagram.
Intanto il 'caso' di Maria Rosaria Boccia si trasforma in una grana politica per Palazzo Chigi con i partiti di minoranza che vanno all'attacco. E alla verita' di Sangiuliano, alle opposizioni non sfugge la sicurezza con cui la 41enne, con una serie di 'storie' su Instagram (la colonna sonora è "La Verita'" di Vasco Rossi) rivendica le sue tesi, confermando lo scambio di informazioni, i sopralluoghi, le riunioni operative con i dirigenti del ministero. "Io non ho mai pagato nulla. Mi e' sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant'è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal capo segreteria del ministro", scrive Boccia sui social.
"Informare il Parlamento" o "le dimissioni" del ministro chiedono le opposizioni in coro. "Il ministro Sangiuliano non solo ha mentito, non solo con il suo comportamento ha esposto Pompei, patria della cultura, al ridicolo, ma ha anche messo a rischio la sicurezza del G7" si legge nelle petizione indetta da Italia viva in cui si chiede all'ex direttore del Tg2 di fare un passo indietro. "Il ministro Sangiuliano deve venire in Parlamento - dice il leader M5s, Giuseppe Conte - a riferire su come sono stati usati soldi e informazioni delicate del Governo, se sono andati nelle disponibilita' di una imprenditrice e perche'. Non possiamo permetterci teatrini, gossip social, mezze dichiarazioni e lettere alla stampa, alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali".
E mentre il segretario di Più Europa, Riccardo Magi protesta contro "questo cinepanettone estivo da quattro soldi", il Pd - con la capogruppo in Commissione cultura alla Camera, Irene Manzi, pretende che "il Parlamento venga informato con urgenza, siamo davanti a una vicenda grave che sta disonorando le istituzioni e i cui contorni torbidi lasciano pensare che il ministro Sangiuliano non si trovi più nelle condizioni di agire autonomamente"