AGI - "Io sono in pace con la mia coscienza. Sono molto sereno. Credo di avere dato tutto quello che potevo alla politica e i risultati nella regione Liguria si vedono. Io non riesco ad avercela fino in fondo neppure con i magistrati, che pure secondo me sbagliano. Io ce l'ho con la politica e con tutti coloro che dal '94 hanno approvato leggi che hanno tolto alla politica ogni potere di azione in questo Paese, lasciando alla magistratura l'idea di poter fare da giudice penale e morale di quello che fa la politica". Lo dice Giovanni Toti ospite di Quarta Repubblica su Rete 4 parlando della sua vicenda giudiziaria.
"La colpa è della mia categoria o di quello a cui appartenevo prima di tornare a fare il giornalista, cosa che certamente faro'. La politica quella barriera non l'ha messa", ha aggiunto l'ex presidente della Liguria citando Montesquieu il filosofo francese della 'separazione dei poteri'. "Mi occuperò di politica da un altro punto di vista - ha spiegato poi Toti, annunciando così che tornerà a fare il giornalista -. Qualche pensiero cercherò di scriverlo su 'Il Giornale' che è stato uno dei pochi fari di libertà".
"Non siamo stati noi a tenere in ostaggio la Liguria. Sono stati i magistrati a mettere, in qualche modo, in carcere la Liguria. Noi saremmo tornati ben volentieri al nostro lavoro. Poi a un certo punto quando capisci che la tua controparte non sente ragione, le amministrazioni devono andare avanti". Così ha risposto Toti alla domanda di Nicola Porro sulle critiche delle opposizioni dopo l'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto l'ex governatore ligure. "Stupisce onestamente un'opposizione, che c'è passata, e una politica in generale senza eccezioni che non ha capito che prima Mani Pulite e poi l'era Monti-Severino con i reati contro i colletti bianchi e il traffico di influenze, hanno costruito leggi che volendole interpretare portano a far sì che tu possa essere un corrotto o un corruttore per un atto di cui avevi diritto".