AGI - "'L'ingratitudine è una mescolanza di egoismo, orgoglio e stupidita'', affermava Cartesio. 'Di norma, gli uomini sono stupidi, ingrati invidiosi, bramosi degli averi altrui; abusano della propria superiorità quando sono forti e diventano delinquenti quando sono deboli' aggiungeva Voltaire". Comincia cosi' una lettera aperta di 11 ex esponenti del M5s che decidono di intervenire sull'assemblea costituente del Movimento e sulle recenti divergenze tra il garante Beppe Grillo e il leader Giuseppe Conte. Anche se non esplicitato, inevitabilmente, il riferimento all'ingratitudine è tutto rivolto a Conte, che con l'assemblea di ottobre ha annunciato di volersi rimettere alle decisioni degli iscritti anche per quanto riguarda modifiche dello Statuto, aprendo a cambi addirittura sul nome e il simbolo del M5s.
Una 'rivoluzione' che sta provocando malumori in un gruppo di una ventina di parlamentari. A uscire allo scoperto, però, sono undici ex deputati e senatori pentastellati. Si tratta di Rosa Silvana Abate, Chiara Yana Ehm, Jessica Costanzo, Emanuele Dessi', Elio Lannutti, Nicola Morra, Michele Sodano, Simona Suriano, Raffaele Trano, Andrea Vallascas e Alessio Villarosa, ex sottosegretario all'Economia e Finanze nei governi Conte I e II.
"L'idea di un'assemblea costituente per rimettere in carreggiata il fu Movimento ora partito riecheggia le pratiche dei vecchi partiti che si volevano pensionare. È questo il destino del M5S? Cosa si vuole 'costituire'? Trasformarsi in un clone del Pd", si chiedono gli ex, espulsi dal M5s nel 2021 per non avere votato la fiducia al governo di Mario Draghi.
Il sostegno a Draghi è stato "un errore fatale per il Movimento", insistono gli undici ex.
"Ricordiamo tuttavia le parole di Conte mentre tentavamo di ribadire l'essenza e la storia del M5s che per sua natura non poteva essere perno di un esecutivo di quel genere. La sua risposta fu: 'Se fossi iscritto a Rousseau, voterei la fiducia a Draghi'", continuano.
"Molti dei parlamentari eletti col Movimento non hanno votato la fiducia, in presenza di un voto in rete evidentemente 'orientato' anche da dichiarazioni dello stesso Conte, ora smemorato!", puntualizzano. "Come può un leader che ha guidato il Movimento dal 32,7% al 9,99% non assumersi minimamente la colpa di questo tracollo? Sembra sentirlo 'Sono tutti responsabili tranne me!!!'", vanno ancora all'attacco.
I firmatari della lettera difendono fondatore del Movimento, che "ha sicuramente commesso errori, ma ha dato l'anima per far nascere l'unica vera innovazione capace di far tornare entusiasmo nei confronti della politica".
"Scaricare tutta la colpa delle difficoltà del fu movimento su Grillo è assolutamente scorretto", insistono gli ex pentastellati.
La lettera si conclude con una serie di domande. Dai motivi del voto favorevole alla riforma 'Cartabia', agli invii di armi in Ucraina votati dal M5s fino alla mancata revoca della concessione "ai Benetton dopo la tragedia del Ponte Morandi" e al non voto della base sull'entrata nella "giunta pugliese" e "in Left in Europa".