AGI - "Rafforzare la cooperazione anche in un'ottica di riequilibrio" e "sostenere le aziende italiane" attive in Cina a partire dal tessuto delle piccole e medie imprese: Giorgia Meloni sceglie la capitale economica del Dragone, nonché cuore della più ampia comunità imprenditoriale italiana, come ultima tappa della sua missione (una delle più lunghe da quando è al governo) nel paese asiatico. A Shanghai la premier incontra il segretario del Partito comunista cinese del comitato municipale, Chen Jining considerato in rampa di lancio tra i politici vicini a Xi Jinping. "Abbiamo ampi interessi comuni", è la sponda del funzionario durante il bilaterale con la premier italiana. Dopo il colloquio, Meloni riparte - sempre insieme alla figlia Ginevra - diretta a Parigi per seguire alcune fasi delle Olimpiadi. "Rafforzare la collaborazione in settori chiave come l'industria, l'innovazione, il turismo e la cultura", è la volontà condivisa da Meloni e Jining - riferisce Palazzo Chigi - durante il faccia a faccia nella Grand Hall, un edificio pubblico con vista sul Bund, l'area lungo la riva sinistra del fiume Huangpu, "il miglio d'oro" della cosiddetta Perla d'Oriente. Un distretto cosmopolita sempre 'vivo'. Banche e centri commerciali brulicano di giorno. Passeggiate lungo-fiume, cocktail, luci 'sparate' dalle torri dei grattacieli, dopo il tramonto.
Proprio nel fulcro dell'economia cinese, la premier rimarca uno dei 'mantra' della sua visita in Cina: "Rafforzare la cooperazione" (non solo commerciale ma anche culturale e scientifica) anche in "un'ottica di riequilibrio" delle relazioni e "sostenere" le aziende italiane attive nel Paese asiatico. "Ci è sembrato importante - spiega Meloni - anche avere un colloquio con le autorità locali perché qui c'è la più grande comunità imprenditoriale italiana, diverse aziende sono rappresentate". La presidente del Consiglio ricorda il gemellaggio tra Shanghai e Milano risalente al 1979 (uno dei primi nella Repubblica Popolare Cinese con una città europea) e "noi auspichiamo, chiaramente, che le autorità possano aiutarci a fare questo lavoro di implementazione", rileva.
I numeri dell'Italia imprenditoriale sono ben noti al segretario locale del Partito cinese comunista. "A Shanghai - ricorda Jining - ci sono quasi 1.200 imprese italiane. L'interscambio Shanghai-Italia rappresenta quasi il 20 per cento dell'interscambio totale tra Cina e Italia. È anche un canale principale per importare i beni dall'Italia", quindi "vogliamo dare - conclude - un ulteriore contributo alla cooperazione" tra Italia e Cina. La visita a Shanghai chiude così la cinque giorni di Meloni in Cina. Il sipario si era aperto sabato scorso con la premier che era scesa dall'aereo di Stato atterrato a Pechino, mano nella mano con la figlia Ginevra. Poi l'accoglienza, il giorno successivo, nella Grande Sala del Popolo tra il picchetto senza sbavature dei soldati dell'Esercito popolare e gli affreschi della Grande Muraglia. Durante il bilaterale con il primo ministro Li Qiang, è stato firmato il Piano di azione triennale Italia-Cina. Un documento per rilanciare i rapporti tra i due Paesi dopo l'uscita dell'Italia dalla Via della Seta. Nella Diaoyutai State House di Pechino, lunedì, il momento centrale della missione: il lungo incontro - oltre 90 minuti - con il presidente Xi Jinping.