Torna finalmente, dopo una pausa lunga quasi un mese e mezzo, la nostra Supermedia dei sondaggi. La lunghezza di questa interruzione è dovuta alla concomitanza tra le elezioni europee (per le quali la legge impone, come per tutte le elezioni di rilevo nazionale, uno stop ai sondaggi nelle due settimane precedenti) e i ballottaggi delle elezioni amministrative, tenutesi due settimane dopo. In questo lasso di tempo, i primi sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto sono stati pubblicati dapprima con il contagocce, per poi riprendere con una frequenza più normale solo negli ultimi 10-15 giorni. Ed è proprio questo il periodo di riferimento della Supermedia di oggi, su cui c’era una certa attesa per capire se – e in che modo – l’esito delle elezioni abbia influito sugli orientamenti politici degli italiani
Come si può notare, i dati sono estremamente in linea con i dati delle elezioni europee, avvenuti ormai quasi un mese fa. Fratelli d’Italia è il primo partito, seguito a distanza relativamente breve (meno di 5 punti) dal Partito Democratico. Terzo, poco sopra il 10%, è il Movimento 5 Stelle, mentre Forza Italia e Lega sono intorno al 9% e l’Alleanza Verdi/Sinistra si conferma con un dato molto positivo (6,6%).
A loro modo, anche questi dati così “statici” costituiscono una notizia: infatti, a differenza di quanto avvenuto varie volte in passato dopo un’elezione (nazionale o anche locale), stavolta non si registra alcun "effetto bandwagon", né in positivo per i partiti percepiti come vincitori, né in negativo per quelli percepiti come sconfitti. E questo nonostante si sia trattato di elezioni che, come hanno notato in modo unanime tutti gli analisti, hanno restituito un responso molto chiaro in tal senso. La variazione più grossa (-0,6) riguarda Forza Italia, ma è un calo che si può attribuire al fatto che gli istituti sono tornati a sondare come soggetto separato Noi Moderati, che aveva corso nelle liste del partito di Tajani.
Altra novità, forse più evidente, è la scomposizione della lista Stati Uniti d'Europa: di conseguenza, i sondaggi hanno ripreso nuovamente a stimare separatamente Italia Viva e Più Europa, e in questo modo possiamo tornare anche noi a stimare la consistenza elettorale del centrosinistra come coalizione così come si era presentata agli elettori alle Politiche 2022 (contenente PD, AVS e, appunto, Più Europa). Ad oggi, quella coalizione varrebbe poco meno di un terzo degli elettori (32,4%), accusando un ritardo di ben 15 punti dal centrodestra (47,3%).
Ma per commentare le eventuali variazioni del consenso avvenute nel post-europee, o le opinioni degli italiani sui temi dell’attualità politica, ci sarà tempo. Oggi appare più urgente concentrarsi sulle elezioni con cui in questi giorni si rinnovano le assemblee legislative (cioè i parlamenti) in due tra i più importanti paesi europei: la Francia e il Regno Unito. Cominciamo da quest’ultimo, dove le urne sono aperte proprio oggi (giovedì 4 luglio) e che sono forse le elezioni dall’esito più scontato che si sia visto da diversi decenni in quel Paese. Secondo tutti i sondaggi, infatti, l’enorme vantaggio accumulato dai laburisti guidati da Keir Starmer durante questi ultimi anni (in cui i Conservatori, al governo del Regno Unito ormai ininterrottamente da 14 anni, hanno accumulato errori e incidenti) non dovrebbe esser scalfito da sorprese dell’ultim’ora. Di conseguenza, per il Labour si prospetta una vittoria a valanga, con le stime più recenti che parlano di oltre 400 seggi (su 650), un margine che non si vedeva dalla vittoria di Tony Blair nel 1997.
La iper-maggioranza di cui potrebbero godere i laburisti a partire da domani è dovuta al sistema elettorale: un maggioritario a turno unico (il classico “first-past-the-post”) in cui è eletto deputato il candidato che ottiene anche un solo voto in più degli avversari, indipendentemente dalla percentuale. Non così avviene in Francia, dove pure vi è un sistema maggioritario basato sui collegi uninominali, ma che prevede un secondo turno nel caso in cui nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta (50% + 1) dei voti al primo turno: che è precisamente ciò che è avvenuto domenica scorsa in oltre 500 collegi sui 577 totali in cui dovranno essere eletti gli altrettanti membri dell’Assemblea Nazionale francese.
Dopo l’ottimo risultato dei candidati del Rassemblement National al primo turno, però, i centristi di Ensemble (la coalizione di cui è espressione il Presidente Macron) e la sinistra della coalizione NFP (Nuovo Fronte Popolare) si sono accordati per ritirare i loro candidati in oltre 200 collegi per aumentare le probabilità che il RN non ottenga la maggioranza assoluta. In base ai risultati del primo turno, infatti, avremmo dovuto assistere ad oltre 300 sfide “triangolari”: tanti erano infatti i collegi in cui i candidati che si erano guadagnati l’accesso al secondo turno erano appunto tre.
Dopo questi accordi di desistenza, il numero di triangolari è sceso a 95, mentre le sfide a due (i classici ballottaggi) sono saliti da 190 a 404. E sarà proprio in questi che si deciderà l’esito delle elezioni legislative: se gli elettori centristi e quelli di sinistra si uniranno davvero contro il “nemico comune” rappresentato dalla destra radicale del RN di Le Pen e Bardella, quest’ultimo non avrà la maggioranza assoluta e difficilmente potrà ottenere da Macron la nomina di un premier appartenente alle sue file (idealmente, lo stesso Bardella); viceversa, per la Francia (ma anche per l’Europa) si aprirà una stagione del tutto inedita e ricca di incognite. Lunedì avremo la risposta.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 19 giugno al 3 luglio, è stata effettuata il giorno 4 luglio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati.
I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 25 giugno), Euromedia (30 giugno), Ipsos (29 giugno), SWG (17 e 24 giugno), Tecnè (22 e 29 giugno e Youtrend (1° luglio).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it