AGI - Una sorta di congresso per rivedere le regole. Un'assemblea costituente da tenersi in autunno per superare il vincolo del secondo mandato e discutere come definire le "modifiche che riterremo necessarie". È questa la mossa di Giuseppe Conte per rilanciare il Movimento 5 stelle dopo la debacle arrivata alle Europee. L'obiettivo resta comunque quello di non snaturare completamente il dna M5s. Che deve restare "un laboratorio politico" perché "non potremo mai adattarci a essere un partito tradizionale". Una trasformazione simile porterebbe a "soffocare la nostra vis propulsiva" e, dunque, l'invito rivolto è a "non adeguarsi" e continuare ad "andare contro corrente". L'ex presidente del Consiglio nell'assemblea congiunta dei gruppi convocata a Montecitorio ha messo in discussione sé stesso e lo stesso Movimento 5 stelle. Ha detto di essere pronto a farsi da parte se la comunità dovesse ritenere che la sua guida "possa oggi rivelarsi un ostacolo", ma di fatto, quella dell'ex presidente del Consiglio, è richiesta di fiducia non un passo indietro. Anche perché i deputati e i senatori, pur esponendo le problematiche manifestate dal Movimento in questa tornata elettorale non invocano apertamente un cambio di guida. Chiedono di superare il vincolo del doppio mandato, una maggiore collegialita', un radicamento sul territorio, una nuova agenda politica.
Conte, dunque, avvia la discussione, fa partire quella "riflessione" suggerita già ieri, non nascondendo le responsabilità della sconfitta: "Una comunità politica seria e matura non si nasconde dietro le più varie giustificazioni", l'incipit. "Occorre analizzare le cause che hanno portato al risultato. E' solo in questo modo - il ragionamento - che si può fare autocritica, per rimediare agli errori commessi e fare meglio in futuro". "L'unica cosa che non faremo mai e' dire che hanno sbagliato gli elettori", la premessa. Un messaggio rivolto anche agli eletti, ognuno si interroghi se ha fatto il massimo, il 'refrain'. L'obiettivo è "una ripartenza" nel segno dell'unita' e della coesione. Ma il processo su come è maturato l'esito delle urne è appena iniziato. E porterà, tra l'altro, alla ridefinizione delle regole con il 'congresso' in autunno.