AGI - Andare avanti, più "testardamente unitari" di prima. Il messaggio di Elly Schlein è pronunciato davanti ai gruppi parlamentari riuniti a Montecitorio, ma è diretto al resto delle opposizioni. Nessuno escluso. "Possiamo costruire ampie convergenze con le forze alternative alle destre. Spero che quanto successo in questi giorni convinca tutti, ma proprio tutto, che non è il momento delle divisioni", dice la segretaria con un tono fin troppo perentorio per pensare che sia diretto i suoi. In quel "ma proprio tutti" sembra di leggere i nomi, non solo di Giuseppe Conte, ma anche dei centristi Carlo Calenda e Matteo Renzi. Schlein si muove sull'onda del risultato elettorale, convinta che la strategia seguita sia quella vincente. Ovvero, tenere il Partito Democratico "lontano dalle polemiche, vicino ai bisogni delle persone". Per farlo, il Pd dovrà portare avanti con ancora più determinazione la battaglia sulla sanità e sul salario minimo: "Insisteremo affinché i temi che abbiamo posto in campagna elettorale siano dentro il programma della prossima Commissione. Andiamo avanti e rilanciamo, dentro e fuori il parlamento". Ma non solo. In preparazione i dem hanno una proposta sul superamento della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. E su quella proposta, Schlein chiederà agli altri leader delle opposizioni di ritrovarsi. È così che si può mettere in difficoltà il governo Meloni e "inserirsi all'interno delle divisioni della maggioranza", spiega la segretaria che, poco, dopo, appare in Transatlantico dove abbraccia, prima Nicola Fratoianni, l'altro 'vincitore' di queste europee. Segue l'abbraccio con Riccardo Magi, segretario di Più Europa che non ha tagliato il traguardo della soglia di sbarramento con la lista Stati Uniti d'Europa.
Rapidi scambi di complimenti con l'aggiunta di una esortazione a stare uniti e compatti nella battaglia parlamentare contro l'autonomia differenziata e il premierato. "Dobbiamo fermare il cinico baratto fra autonomia differenziata e premierato", dice Schlein ai 'suoi' parlamentari: "Si devono fermare sull'autonomia differenziata e premierato, riaprire la discussione su entrambi i temi. Invito i gruppi a continuare nell'opposizione dura e senza sconti" su questi temi. Passano una manciata d'ore e il gruppo Pd alla Camera chiede l'inversione dell'ordine dei lavori alla Camera sull'Autonomia e, una volta negata questa, il rinvio in commissione. Insomma, la segretaria dem comincia a riannodare i fili dell'opposizione dopo la parentesi proporzionale delle elezioni europee, con la consapevolezza che il ruolo di "perno dell'alternativa spetta al Partito Democratico". Su questo torna anche Romano Prodi che, dopo la 'tirata d'orecchio a Schlein per la scelta di candidarsi senza voler andare a Bruxelles, fa una 'carezza' alla segretaria: "Dissi tempo fa che poteva essere Elly la federatrice di tutta l'opposizione. Ora l'occasione si presenta".
Un lavoro che, però, deve fare i conti con quanto accade dentro il Movimento 5 Stelle. Conte ha annunciato una "profonda riflessione su quello che considera un risultato deludente". Parole pronunciate poche ore dopo la chiusura delle urne. Ne sono seguite 48 ore di silenzio da parte del leader M5s, quanto basta per far depositare le polveri e lasciare che il partito metabolizzasse la sconfitta. Il silenzio, tuttavia, ha anche alimentato voci e ricostruzioni sulle intenzioni del presidente, fino all'ipotesi del passo indietro. Ipotesi che i Cinque Stelle alla Camera allontano rinviando all'assemblea dei gruppi parlamentari M5s convocata questa sera. Il Movimento, viene fatto notare, è coeso e nell'aria non c'e' odore di processo ai vertici. Tutt'altro. Non manca, però, chi prevede che qualche esponente possa cogliere l'occasione per tornare sul tema del limite ai mandati. Una ipotesi che si scontra, viene ricordato, con il 'niet' posto da Beppe Grillo: "La regola del doppio mandato è uno dei motivi fondanti del Movimento 5 Stelle", ribadiva il 'guru' M5s solo tre mesi fa. Nella serata di ieri, Giuseppe Conte e Elly Schlein si sono sentiti al telefono. Il leader M5s si è complimentato con la segreteria dem per il risultato, ma la telefonata è servita anche a ribadire la necessità di continuare il dialogo per lavorare insieme e costruire l'alternativa a Meloni. Nessuna faida nel campo progressista, sottolineano fonti di Campo Marzio, nessuno scontro tra Pd e M5S.