AGI - Quella di oggi è una Supermedia molto importante: i dati che vediamo oggi infatti sono gli ultimi prima del blackout sulla diffusione dei sondaggi previsto dalla legge, e sarà quindi con questi che i partiti e gli addetti ai lavori dovranno tarare le proprie aspettative e tracciare i rispettivi bilanci alla luce del risultato delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Le sorprese, o comunque gli spunti di interesse, non mancano di certo. I dati di oggi, infatti, confermano o vedono persino accentuarsi le tendenze già viste (o intraviste) nelle ultime settimane. Fratelli d'Italia si conferma primo partito, ma anche questa settimana appare come "inchiodato" su un dato (il 27,2%) più vicino al 26% ottenuto alle Politiche 2022 che alla soglia/obiettivo del 30%. Fa invece un mezzo balzo in avanti il Partito Democratico, che arriva a toccare il 21%, una cifra che i democratici non vedevano addirittura da prima delle Politiche 2022 (anche in quel caso si trattava dell’ultimo dato registrato prima del blackout sui sondaggi: un cattivo presagio o un precedente da smentire?).
Come FDI, anche il Movimento 5 Stelle si conferma stabile su valori non troppo entusiasmanti (appena sotto il 16%), mentre nella corsa al quarto posto c’è da registrare la ripresa della Lega, la cui crescita nelle ultime settimane culmina in un contro-sorpasso ai danni di Forza Italia. In realtà, sia il partito di Salvini che quello di Tajani nell’ultimo periodo hanno mostrato una tendenza moderatamente positiva, e potrebbero realisticamente puntare a superare il 9% alle Europee – se non addirittura qualcosa in più. Più indietro, la competizione tra Stati Uniti d'Europa, Verdi-Sinistra e Azione si è fatta più ravvicinata che mai: le tre liste sono racchiuse in mezzo punto, tutte a cavallo della decisiva soglia del 4%, e potrebbero bastare variazioni e scostamenti minimi nelle prossime due settimane per avere un risultato decisivo sia per gli equilibri italiani sia per quelli europei – come vedremo più avanti. Infine, appaiono troppo lontani dalla soglia di sbarramento sia Libertà che Pace Terra Dignità, entrambe intorno al 2%.
Poiché da qui al giorno del voto saremo costretti a muoverci “al buio”, un esame delle tendenze di medio/lungo periodo può risultare ancora più utile del solito per capire come si sta spostando il consenso (e come si sposterà nelle prossime settimane). Come si è detto, FDI e M5S negli ultimi mesi sono accomunati da una sorta di “stagnazione” nei consensi, che potrebbe preludere a un risultato sotto le aspettative – a meno di colpi di scena nell’ultima settimana prima del voto – con l’incognita di un’affluenza che alle Europee è molto inferiore alle Politiche, cosa che potrebbe colpire in modo particolare i partiti radicati nelle zone dove la propensione al voto è più bassa (i centri di medio-piccole dimensioni e il Sud). Viceversa, PD, Lega e Forza Italia sembrano attraversare una fase di particolare vitalità, anche se nel caso del partito di Salvini l’inversione di tendenza è stata più recente. Per i due “junior partner” del centrodestra sarà importante non farsi sottrarre elettori all’ultimo momento da un – prevedibile – appello al voto finale da parte di Giorgia Meloni, che a tutt’oggi risulta il leader di partito con gli indici di fiducia e apprezzamento più elevati.
Per quanto riguarda la “battaglia” sul filo del 4%, vi è da un lato Stati Uniti d’Europa con un trend negativo (aveva fatto il suo debutto sopra il 5%, toccando persino il 6% in alcuni dei primi sondaggi), dall’altro con un trend positivo c’è sia l’Alleanza Verdi-Sinistra che si è gradualmente issata sopra il 4% grazie anche ad alcune candidature di notevole impatto mediatico (su tutte, quella di Ilaria Salis), sia Azione di Carlo Calenda, che partendo dal 3,3% registrato a fine marzo ha guadagnato in media un decimale a settimana, arrivando a toccare (e secondo alcuni sondaggi a superare) il 4% proprio nelle ultimissime rilevazioni.
Quest’ultima competizione – quella a ridosso della soglia di sbarramento – diventa particolarmente importante se si tiene conto degli equilibri che si verranno a creare nel prossimo Parlamento europeo all’indomani delle elezioni dell’8 e 9 giugno. Come si può notare dall’ultima proiezione realizzata da Europe Elects, infatti, non sembrano esservi dubbi sul fatto che anche nella legislatura 2024-2029 il più grande gruppo politico europeo sarà quello dei popolari (PPE), seguito da quello dei socialisti e democratici (S&D). La vera incognita riguarda il terzo posto: se nel 2019 fu il gruppo dei liberali (oggi Renew) ad essere la terza forza, con più di 100 seggi, oggi questo traguardo sembra alla portata anche dei conservatori (ECR) o della destra ancor più radicale (ID): entrambi i gruppi sono dati in crescita rispetto al 2019 e potrebbero facilmente superare gli 80 seggi.
Questi equilibri saranno decisivi perché da essi dipenderà non solo e non tanto la composizione della futura maggioranza politica e quindi della prossima Commissione europea (sembrano infatti non esserci molti dubbi su una riedizione della coalizione tra popolari, socialisti e liberali), quanto sulla direzione politica che il Parlamento esprimerà votando di volta in volta su dossier tanto decisivi quanto spinosi, come la transizione ecologica, le politiche migratorie o la difesa comune europea. Se i partiti che in Italia sono a cavallo del 4% (in particolare SUE e Azione) supereranno tale soglia, il gruppo Renew potrà sperare di ottenere fino a 90 seggi e di confermarsi terza forza, arginando la crescita dei gruppi di destra; viceversa, anche nel caso in cui i seggi per una maggioranza come quella che ha sostenuto la Commissione von der Leyen dovessero bastare, sarà difficile ignorare le conseguenze di uno spostamento del baricentro politico europeo verso la parte destra dell’emiciclo.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 9 al 22 maggio, è stata effettuata il giorno 23 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti EMG (data di pubblicazione: 17 maggio), Eumetra (16, 22 maggio), Euromedia (16 maggio), Ipsos (23 maggio), Noto (22 maggio), Piepoli (17 maggio), Quorum (13 maggio), SWG (13 e 20 maggio) e Tecnè (11, 14, 18 e 21 maggio).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it