AGI - L'accordo sui migranti ha il pregio di superare il vecchio accordo di Dublino e di indicare un modello di cooperazione a livello europeo. Sergio Mattarella loda il Patto sul diritto d'asilo, approvato dal Parlamento europeo e ora all'esame del Consiglio Ue, che manda in soffitta il regolamento di Dublino, da lui stesso definito più volte "preistorico".
Nonostante le critiche giunte da Pd, M5s e Lega, il capo dello Stato, dal confine orientale della Bulgaria, esprime la sua soddisfazione, durante l'incontro con l'omologo Rumen Radev, per "un'intesa che supererà quella ormai datata e del tutto inattuale di Dublino di tanto tempo addietro e apre la porta a una collaborazione più intensa nell'Unione per governare un fenomeno crescente che richiede di essere affrontato dall'Unione in quanto tale". Al netto dei distinguo che si sono levati dalle ali estreme, Mattarella torna su un suo leit motiv: "il fenomeno delle migrazioni può essere governato con ordine e non in modo scomposto e disordinato, come avviene oggi, se il compito viene assunto dalla Ue".
Quanto al futuro dell'Unione, per il capo dello Stato essa dovrà "compiere delle scelte importanti per diventare sempre più coesa e capace di svolgere nel mondo un ruolo protagonista". Ennesimo banco di prova sarà il piano per la competitività, elaborato da Mario Draghi e all'esame dei 27: "Nel Consiglio europeo delle prossime ore si parla di argomenti importanti come la competitività nell'Unione, elemento che consente, sviluppandolo adeguatamente, di offrire possibilità e opportunità maggiori per il futuro dei nostri giovani".
Ma con Radev, con cui domani Mattarella visiterà il contingente italiano della base di Novo Selo che copre il fronte est della Nato verso il Mar Nero, il capo dello Stato ha anche ribadito il sostegno comune all'Ucraina, "per riaffermare il principio della pari dignità di ogni Stato e che non è ammissibile che uno Stato più grande e più forte possa pretendere di imporre con le armi la sua volontà a uno Stato meno forte e meno grande. Questo sovverte i principi della civiltà che nel mondo sono cresciuti nel corso dei secoli e che sono stati alla base della nascita delle Nazioni Unite nel '45. Quindi riaffermando questo e difendendo l'Ucraina riaffermiamo questo principio, naturalmente, abbiamo detto insieme con il Presidente Radev, cercando in ogni modo, con grande impegno e ostinazione, qualunque strada possibile per giungere alla fine del conflitto e a una pace giusta".
Ma come ha fatto notare due giorni fa parlando del futuro della Nato, ora il focolaio di crisi ha investito il Medio Oriente, è necessario presidiare anche il lato sud-orientale e "il rischio che si allarghi il conflitto è drammaticamente presente, va fatto ogni sforzo per una soluzione e l'unica possibile è due Stati per due popoli".
Sul versante bilaterale, Mattarella ha apprezzato il livello di collaborazione con la Bulgaria, paese intermedio di uno dei grandi corridoi paneuropei, che parte dall'Italia e arriva in Turchia. Con la cornice comune di Ue e Nato, che garantisce "un comune sforzo di sicurezza e di pace insieme", Italia e Bulgaria collaborano su diversi fronti, tanto che "l'interscambio va verso i 7 miliardi nell'anno passato e speriamo cresca".
"Ho espresso al presidente Radev la nostra soddisfazione per la decisione dell'Unione europea di cancellare finalmente le restrizioni al traffico aereo e navale a chi proviene dalla Bulgaria. Speriamo che molto presto questo venga fatto anche per le frontiere terrestri, perché un ingresso completo nell'Area Schengen, che è uno degli elementi che contrassegnano la vita della nostra Unione" ha notato il capo dello Stato, per il quale è auspicabile un rapido ingresso anche nell'Eurozona.