AGI - La sinistra utilizza il Capo dello Stato nella sua battaglia contro il premierato. È l'accusa che lancia la premier Giorgia Meloni da Toronto. La presidente del Consiglio rimarca che quando ha parlato dei cortei di Firenze e Pisa ce l'aveva con la sinistra. Nessun riferimento al Quirinale con il quale "non c'è alcuna distanza. Con il presidente della Repubblica mi confronto spesso" sui principali dossier, "non c'è alcuna crepa. I rapporti sono ottimi".
Dopo una due giorni che l'ha portata prima a Washington e poi a Toronto per illustrare le priorità del G7, il presidente del Consiglio torna sulle polemiche in Italia sul tema delle manifestazioni e la presa di posizione del Colle. "È pericoloso se le istituzioni tolgono il sostegno alle forze dell'ordine", aveva rimarcato il presidente del Consiglio. Ma non era la prima carica dello Stato la destinataria del messaggio. "Io - ha sottolineato Meloni - considero le parole del presidente della Repubblica sempre molto importanti. Quando dei poliziotti sono stati circondati da 50 esponenti dei centri sociali Mattarella ha espresso solidarietà agli agenti, cosa che non ho visto fare da molti altri esponenti istituzionali, perché è un'istituzione anche il Parlamento. Ce l'avevo con la sinistra che è bravissima a criticare ma non è mai capace di esprimere solidarietà alle forze dell'ordine".
Dietro la 'querelle' sui cortei per Meloni si nasconde una battaglia sulla riforma delle riforme. Ovvero il premierato: "Vedo un tentativo di costruire uno scontro artefatto con il presidente della Repubblica che non esiste. Trovo molto sbagliato e una grande mancanza di rispetto nei confronti del presidente della Repubblica tentare di utilizzarlo per un interesse di partito che la sinistra ha. Non potendo dire la ragione per la quale non vuole che i cittadini possano scegliere da chi farsi rappresentare, cerca di creare lo scontro con il capo dello Stato dicendo 'vedete che la Meloni vuole togliere i poteri al capo dello Stato?'".
"Ma chi è vagamente serio - ha detto ancora - sa benissimo che ho fatto una riforma costituzionale che volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato perchè è una figura di garanzia. Quindi non si potrà usare l'autorevolezza del capo dello Stato per fare una campagna elettorale contro il premierato e si dovrà dire la verità: i governi li vogliamo fare noi nel Palazzo e vogliamo governare quando perdiamo le elezioni". Il presidente del Consiglio sottolinea dunque che "non c'è alcuna rottura" con il Quirinale, "il rapporto è ottimo. Sbagliato chiamarlo in causa".