AGI - "... Ah, scusa... mi stanno chiamando...". Andrea Giambruno scherzando fa finta di rispondere al cellulare quando arriva 'la domanda', quella che attendono un pò tutti, quella con cui dalla riflessione a tutto campo sull'amore e sulle difficoltà nei rapporti di coppia intorno alla quale si dipana la presentazione del libro di Candida Morvillo 'Sei un genio dell'Amore e non lo sai', si passa alle vicende personali che hanno portato sulla scena nazionale l'ex compagno di Giorgia Meloni.
E' proprio la padrona di casa a chiudere l'evento domandando appunto all'ospite - l'altra giornalista ad animare il dialogo sul palco è Gaia Tortora - "che cos'è, oggi, Giorgia per te?". Giambruno torna serio e spiega, non senza comunque un filo di autoironia, che "questa è l'unica domanda alla quale rispondo e risponderò, perché questa non è una terapia di gruppo" e aggiunge che lo fa peraltro "in maniera molto semplice, perché non ci sono misteri". "Per me Giorgia è stata, è e sarà sempre - quasi scandisce - la persona più importante della mia vita, e questo a prescindere dal fatto che noi si sia fatta una famiglia insieme".
"Lo sarà sempre - riprende il giornalista -perché è una persona per me fantastica. Questo è quanto posso dire perché non ho mai parlato prima, non ne parlerò dopo - chiarisce - e non ho problemi nel dirti che è stata, è e sarà sempre la persona più importante della mia vita".Capelli corti, abito e cravatta blu, seduto con le gambe accavallate, Giambruno parla anche di sé ("se mi sono amato molto? Beh... abbastanza", scherza davanti alle domanda di Tortora e Morvillo, che 'rintuzza' anche con un "anziano? Insomma, non così anziano. Ne vedo più anziana di me di gente..." quando si tocca il tasto dell'età che avanza) ma mette in chiaro dall'inizio che "per una volta faccio io le domande, e non sono sottoposto a domande".
"Spero che Ginevra riprenda dalla mamma"
Parla molto del rapporto genitori-figli, non senza nascondere riferimenti a quello che lega lui a Ginevra, nè il fatto che "spero prenda dalla madre soprattutto". E qui c'è un altro passaggio guida, quando dice che "spero che un domani mia figlia mi possa giudicare per tutto il bene che le ho dedicato. Il che non vuol dire che io sia un genio e non abbia mai sbagliato. Ho cercato sempre di risollevarmi, con grandissima onestà. Tengo a rimarcarlo. Sono una persona perbene - mette in chiaro - e ci tengo che mia figlia e le persone che mi vogliono bene lo sappiano".
"Proverò a insegnare a mia figlia che le difficoltà ci sono, ci sono persone che sono e mi sono state avverse e persone che mi hanno voluto del bene nella vita. Semplicemente", è la riflessione del giornalista che in un altro momento del pomeriggio al Manzoni osserva che "quando si è più piccoli si tende a giudicare i genitori, ma più si cresce più si capisce che i genitori non si giudicano ma si accettano per quello che sono, con gli errori e con le poche cose, magari, che hanno saputo fare di buono".
"Ho vissuto gli amori che abbiamo vissuto tutti quanti e sono gli stessi che tendenzialmente penso un domani di insegnare a mia figlia. Quell'educazione sessuale e sentimentale - spiega ancora - che noi abbiamo vissuto. Quelle persone che stanno lì a spiegarti come girano le cose - annota - tendenzialmente non ci hanno mai capito nulla...".
Allora "le esperienze vanno fatte, vanno vissute e non sono preoccupato per il futuro di mia figlia, per la sua educazione sentimentale. Se insegni a una persona come ci si deve comportare e relazionare nel mondo, come ci si rispetta tra persone poi farà gli sbagli che abbiamo fatto tutti. A tutti è capitato di soffrire per amore, capiterà a lei, farà soffrire ma non vuol dire che sia una cattiva persona, come è capitato a tutti noi. Sono esperienze che ti formano nella vita".
Insomma, sintetizza Giambruno "se impartisci ai figli determinati valori dopo un pò vanno anche un pò lasciati andare. Ci sono sempre eccezioni, rarità e ovviamente non sono colpe attribuibili ai genitori, ma se sei un esempio per i tuoi figli e gli hai spiegato ciò che è bene e ciò che è male poi è giusto che i figli prendano le proprie decisioni, le proprie strade. E' difficile che la mela caschi tanto distante dall'albero...".
Parla, il giornalista, di un rapporto padre-figlia "nel macrotema dell'amore, un rapporto genitori-figli, in cui dai tutto senza che ti venga dato nulla e non chiedi nulla. Se tua figlia non ti chiama, o non ti manda un messaggino o non ti fila di pezza, soprassiedi, perché va bene cosi'. E' un amore univoco e hanno il loro modo di amare. E' incondizionato".