AGI - Il Giorno del Ricordo ha "spazzato via la congiura del silenzio che per imperdonabili decenni aveva avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell'esodo nell'oblio e nell'indifferenza". Giorgia Meloni, primo premier a partecipare alla cerimonia solenne di Basovizza nella giornata di commemorazione dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, si rivolge direttamente ai cittadini ("le vostre lacrime sono le nostre lacrime") arrivati questa mattina sull'altopiano del Carso a nord est di Trieste, nonostante il vento gelido.
"E' vero, noi oggi siamo qui per ricordare degli innocenti trucidati, certo, ma siamo qui anche - rimarca la premier in uno dei passaggi più intensi del suo intervento - per chiedere ancora una volta perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica per il silenzio colpevole che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale". Parole pronunciate per la prima volta da presidente del Consiglio, dopo le visite da ragazza e poi più avanti nel corso degli anni ("quando significava - annota - essere additati e isolati").
Ora, si diceva, torna da premier, "con qualche ruga in più e con responsabilità sulle spalle" ma soprattutto per quello che sottolinea come "un atto dovuto", e con un "impegno solenne", ovvero "fare la mia parte" affinché la memoria di ciò che è accaduto, "in barba a chi avrebbe voluto nasconderlo per sempre", "non svanisca invece mai".
Il Giorno del Ricordo fu istituito nel 2004. Per il ventennale della solennità civile arrivano alla Foiba - monumento nazionale dal 1992 - anche il vicepremier Antonio Tajani e i ministri Abodi, Sangiuliano, Ciriani e Valditara. Poi, per il secondo appuntamento della giornata, la 'memoria' fa tappa al Binario 2 della Stazione centrale di Trieste con l'inaugurazione del Treno del Ricordo: un convoglio-museo 'gemello buono' del "treno della vergogna". Se il primo porto' gli esuli nei vari campi profughi in Italia, quello voluto dal ministro Abodi sarà un collante di storie e dignità.