AGI - Nonostante le sollecitazioni per il passo avanti si facciano sempre più pressanti, la posizione di Elly Schlein sulla sua candidatura non cambia: prima il progetto, poi i nomi. Su questo, dice "non c'è nessuna novità. Prima il progetto, poi la squadra e per ultimo i nomi. Sono stata chiara sin dall'inizio" la candidatura "resta l'ultima cosa". Parole che lasciano immaginare tempi lunghi.
Molto più dell'avvio della campagna che la segretaria ha fissato con la tappa a Cassino, sabato 27 gennaio. Una scelta dal forte significato simbolico: ricorre la giornata della memoria e l'ottantesimo anniversario del bombardamento dell'abbazia, uno degli eventi più drammatici della Seconda Guerra mondiale. Cassino sarà la prima di sei tappe, "sei diversi luoghi simbolo del Paese, mettendoci al lavoro come partito, società civile, forze sindacali e categorie, esperti e attivisti, per scrivere insieme il nostro progetto per l'Europa".
Una road map che avrà il suo culmine con il congresso del Pse a Roma il primo e il 2 marzo. In quell'occasione, oltre ai nomi dei candidati, arriverà anche l'investitura ufficiale di Nicolas Schmit quale candidato del Pse alla presidenza della Commissione Europea.
Se Schlein sarà della partita lo si saprà in quell'occasione. O subito prima. Perché, come ricorda il deputato Toni Ricciardi, "a scegliere sarà la segretaria", ma sempre passando per un "confronto dentro gli organi statutari del partito". Ovvero, una riunione della direzione. Al momento la convocazione del parlamentino dem non è all'orizzonte, ma i dem si stanno già dividendo fra favorevoli e contrari alla discesa in campo di Schlein.
I sindaci di Pesaro e Firenze, Matteo Ricci e Dario Nardella, si dicono favorevoli alla discesa in campo di Schlein, così come la deputata e vice presidente del partito Chiara Gribaudo. Più largo il fronte del No, capitanato da Stefano Bonaccini, ma che ha trovato un 'testimonial' di peso in Romano Prodi. Quello su cui tutti, o quasi, convergono è che Schlein dovrebbe rompere gli indugi al più presto, in un senso o nell'altro.
Fra questi c'è anche Matteo Renzi: "Credo che il Pd sia molto diviso e credo che Schlein abbia sbagliato. Meloni ha offerto a Schlein un calcio di rigore dicendosi pronta a fare un confronto televisivo con Schlein. Se fossi stato la Schlein avrei avuto due risposte: accetto e mi candido in tutte e cinque le circoscrizioni. Oppure: cara Meloni non ci si candida alle europee per finta, non mi candido, ma facciamo lo stesso il faccia a faccia. Invece la Schlein tentenna, è incerta e dentro il Pd succede di tutto".
Parole che, anziché dare una spinta in avanti alla segretaria, sembrano convivere Schlein ad attendere e proseguire con la linea "prima il progetto, poi i nomi". E questo nonostante l'avvio dei contatti tra gli staff di Meloni e Schlein avevano fatto pensare, anche ai deputati presenti al seminario sull'Europa di Gubbio, che la fumata bianca fosse ormai prossima.