AGI - Un punto per Elly Schlein: in casa pd l'apertura della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, viene recepita come una vittoria nella corsa interna al campo dell'opposizione per la conquista del ruolo di 'anti Meloni'. "Meloni ha raccolto la sfida di Elly Schlein, meglio così", dicono fonti parlamentari mal celando la soddisfazione per quello che appare come l'inizio di un 'duello' tutto al femminile destinato a protrarsi per tutta la durata della campagna per le europee.
"Mi impegno volentieri in un confronto tv, sono state le parole di Meloni: "Credo sia normale e giusto che il presidente del Consiglio si confronti con il leader dell'opposizione prima della campagna elettorale delle elezioni europee". Un riferimento temporale che lascia immaginare tempi brevi per il primo 'round' della sfida lanciata da Schlein tre settimane fa, durante l'assemblea Pd agli studios sulla Tiburtina.
"Sono sempre pronta al confronto", aveva detto la leader dem in quell'occasione, "più volte ho chiesto io, nelle sedi opportune a cominciare nelle sedi parlamentari, di confrontarmi con Meloni. Al confronto sul merito con lei, in qualsiasi momento, su qualsiasi questione, televisivo non televisivo, non mi sono mai sottratta".
Prima ancora, Fratelli d'Italia aveva invitato Schlein ad Atreju, ma la segretaria aveva declinato: "Non divido il palco con eversori che dicono che il premier spagnolo andrebbe appeso per i piedi", aveva ribattuto Schlein in riferimento alla presenza del leader di Vox alla kermesse del partito di Meloni. Per poi aggiungere: "Confronto quando vuole, ma non a casa sua". Il ring sarà con ogni probabilità uno studio televisivo, dunque. Un minuto dopo l'apertura di Meloni, viene riferito da fonti parlamentari Pd, sono partiti i primi contatti fra le Tv interessate a ospitare il confronto e i dem.
I primi a chimare sarebbero stati Porta a Porta e Sky tg24. E dal Pd assicurano che presto inizieranno i contatti fra i rispettivi staff per pianificare le regole di ingaggio. C'è da definire, ad esempio, se si tratterà di un confronto su singoli temi o a 360 gradi; se si tratterà di un faccia a faccia con le domande speculari per l'una e per l'altra e con tempi definiti per le risposte - sul modello dei confronti americani - o se invece si opterà per un faccia a faccia informale che dia alle 'duellanti' la possibilità di rivolgersi l'una all'altra.
Tutto questo, al netto del fatto che le due leader si candidino alle prossime europee. Oggi Meloni fa chiarezza sulla sua posizione, lasciando più di uno spiraglio all'ipotesi di una sua discesa in campo: "Sul tema non ho ancora deciso, io sono persona per la quale niente conta di più che sapere di avere il consenso dei cittadini, ogni volta che ho preso una decisione mi sono misurata con il consenso dei cittadini e anche adesso sarebbe utile e interessante".
E a Giuseppe Conte, Meloni lancia un messaggio chiaro: "Una mia candidatura spingerebbe altri leader a mettersi in gioco e questo sarebbe interessante. Non sarebbe una presa in giro dei cittadini, come dice qualcuno, i cittadini lo sanno che non andrai in Europa, ma è un modo per dare un giudizio" sui leader che si candidano. Il presidente del M5s, infatti, ha fatto sapere di non voler essere della partita perché il M5s ritiene da sempre che si debba candidare chi ha la possibilità di onorare il mandato degli elettori, cosa che evidentemente né Meloni né Schlein potrebbero fare conservando il loro ruolo.
Meloni, tuttavia, è consapevole che una campagna elettorale, in questo momento, toglierebbe tempo ed energie all'azione del governo: "Devo capire se una mia candidatura personale toglierebbe tempo al mio lavoro di presidente del consiglio e penso che sia una decisione da prendere con gli altri leader della maggioranza", spiega Meloni.
A scandagliare fonti M5s, non sembra che l'approssimarsi del duello preoccupi il partito di Conte. La convinzione è che si tratti di un 'ping pong' studiato per mettere all'angolo il leader M5s che, tuttavia, si è sempre detto pronto a misurarsi con la premier, anche ad Atreju, salvo poi il dietrofront arrivato dai vertici del partito. Una sfida nella sfida, quella di Conte, a cui non è arrivata risposta. Il sospetto di alti dirigenti M5s è che Meloni voglia scegliersi l'avversaria più congeniale per lei meno ostica, individuata in Schlein.