AGI - Da Castel Sant'Angelo agli Studios de Paolis sulla Tiburtina, lo scontro fra il primo partito di maggioranza e la prima forza di opposizione attraversa la Capitale. Poco più di otto chilometri dividono la festa di Fratelli d'Italia dal forum sull'Europa del Partito Democratico, ma gli attacchi si susseguono come se ci si trovasse all'interno dell'Aula della Camera o del Senato.
Elly Schlein apre le ostilità dicendo che l'esecutivo avrà vita breve: "Il governo non arriverà a fine legislatura, mi sembra molto fragile e non sta dando risposte ai cittadini. Molto più delle liti interne contano le condizioni materiali dei cittadini", aggiunge Schlein. "Cosa ha fatto il governo sulla sanità pubblica? Hanno tagliato le risorse e non se ne prendono la responsabilità. Vorrei che ogni tanto facessero un bagno nel paese reale perchè ho l'impressione che la propaganda sia per loro una comfort zone", incalza la leader dem.
Contemporaneamente, il presidente del M5s Giuseppe Conte, ospite di Radio Uno, accusa Fratelli d'Italia: "Fingono di volermi invitare ad Atreju e poi, quando la cosa si materializza subito, ritrattano. Alla festa dei giovani di FdI, ricorda Conte, "sono andato da presidente del Consiglio quando Fratelli d'Italia aveva un consenso minimale. Se c'èun invito, il confronto non si rifiuta mai". Ma questa volta "quando ho detto 'rivedo la mia agendà, mi sembra che questo non abbia incontrato tanto entusiasmo".
Da Castel Sant'Angelo, dove la sagoma di cartone di Schlein è stata posta a ironico memento del rifiuto della segertaria di partecipare alla kermesse, arriva l'eco delle parole del responsabile dell'appronfondimento Rai, Paolo Corsini: "Hanno preferito occuparsi di come vestirsi e di che colori utilizzare piuttosto che confrontarsi", dice dal palco di Atreju dopo aver chiesto, "Come sta il nostro partito?". La controffensiva dem non si fa attendere. I giornalisti sono ancora assiepati davanti alla sbarra del passo carrabile di quello che era un gioiello del distretto dell'audivisivo a Roma quando arriva l'eco dell'irritazione del Nazareno. "Corsini si scusi per l'attacco a Schlein e si dimetta", dicono dal quartier generale dem.
"I vertici Rai pretendano le dimissioni di Corsini", chiede Alessandro Zan, "il suo ruolo è incompatibile con le parole pronunciate dal palco", rincara Marta Bonafoni.
Corsini legge quanto arriva da via Tiburtina e si scusa: "Quando si estrapolano parole dal contesto in cui sono state espresse, si corre sempre il rischio di prestarsi a facili critiche e strumentalizzazioni. Ieri sono stato invitato a moderare il dibattito introduttivo di una manifestazione che, in questi giorni, presenta al pubblico un parterre di ospiti e personalità di altissimo livello. In questo quadro, mi dispiace davvero che alcune mie frasi abbiano generato fraintendimenti", spiega.
Intanto, però, si attiva Viale Mazzini: l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, chiede una relazione alla Direzione del personale e intende visionare il video per valutare eventuali decisioni da prendere, viene fatto sapere da ambienti Rai. I dem, d'altra parte, non sembrano soddisfatti dalle scuse. Non basta al responsabile Informazione dei dem, Sandro Ruotolo, che chiede che la "Rai torni di tutti", a cominciare dal passo indietro di Corsini.
Dalla maggioranza, intanto, cominicano ad arrivare le prime reazioni. Quella di Maurizio Lupi mira a chiudere il caso: "Si è scusato, finisce qui".
Fratelli d'Italia, invece, risponde colpo su colpo ai dem: "Contro Corsini si èscatenata un'orda di giornalisti di sinistra e comunisti che hanno fatto della loro militanza un motivo di vanto mentre erano in Rai, diventando a volte parlamentari", dice Alfredo Antoniozzi riferendosi a Ruotolo.
E solidarietà a Corsini arriva anche dal ministro per i rapporti Luca Ciriani, particolarmente duro con la segretaria dem. "Gli attacchi scomposti e in qualche caso sguaiati al direttore Rai approfondimento, Paolo Corsini, giornalista di lungo corso e di indiscusso valore, impegnato come moderatore alla festa dei giovani di FdI, sembrano un modo per il Pd per guadagnarsi un briciolo di gloria dal momento che 'l'inutile Elly', quando non è derisa, finisce per essere considerata ininfluente".
Elly Schlein, interpellata dai giornalisti, si limita "a segnare la differenza di approccio, noi siamo siamo qui con più di ottocento persone che si sono iscritte ai sei tavoli tematici per discutere del futuro dell'Europa. Su altri palchi vedo persone che sono li' solo per accreditarsi con chi comanda e per obbedire agli ordini di chi comanda".