AGI - Una contro-riforma da opporre a quella del governo Meloni. Alti dirigenti dem e parlamentari starebbero lavorando all'idea da sottoporre alle altre forze di opposizione per arrivare, in un secondo momento, alla presentazione di un articolato condiviso. L'obiettivo, viene spiegato, è quello di rispondere al "tentativo di smantellamento" dell'assetto parlamentare della Repubblica un "rafforzamento della forma di governo Parlamentare".
Un lavoro con cui i dem sembrano respingere l'appello del ministro Luca Ciriani: "Sarebbe bello se Schlein e Meloni cambiassero insieme l'Italia", ha spiegato l'esponente del governo in una intervista. La prospettiva del Pd, viene spiegato, si muove in direzione opposta a quella dell'esecutivo e si pone come obiettivo prioritario quello di difendere le prerogative del Parlamento e del Presidente della Repubblica. Un progetto di cui Elly Schlein è a conoscenza, ma del quale attende di avere i dettagli prima del via libera del Nazareno.
L'ipotesi di partenza è quella di muovere dalle proposte di riforma già presentate negli anni dal Pd, a cominciare dalla sfiducia costruttiva - che impone di trovare una nuova maggioranza in Parlamento prima di sfiduciare un governo - contenuta, ad esempio, nel cancellierato alla tedesca. Tuttavia, i dem intendono fornire principalmente una 'cornice' in cui la difesa dell'assetto parlamentare sia imprescindibile, da riempire in un secondo momento con il contributo delle altre opposizioni. L'obiettivo finale è un testo unitario.
Guardando le posizioni degli altri leader, da Giuseppe Conte a Carlo Calenda, i dem confidano che ci siano i margini per portare a termine questo lavoro. È vero che il leader M5s ribadisce anche oggi che "il premierato è invotabile", ma è altrettanto vero che la linea del M5s rimane quella per cui l'unico tema su cui bisogna concentrarsi oggi è la manovra.
"Al momento un confronto con le altre opposizioni non è sul tavolo", spiegano fonti M5s che attendono di capire "se ci siano le condizioni per organizzare un coordinamento dell'opposizione sulla legge di bilancio". L'invito di Conte è a non lasciarsi distrarre dalle riforme dato che, come ha già spiegato giorni addietro, "Meloni difficilmente si incaponirà in una prospettiva referendaria in cui sono convinto che rimarrà scornata".
Ovviamente, però, se la necessità si presenterà, il M5s non si sottrarrà al confronto, fermo restando che la cosa principale oggi è "pensare a come gli italiani pagheranno la benzina o metteranno assieme il pranzo con la cena domani. Sono queste", concludono dal M5s, "le domande che i cittadini si fanno ogni giorno. Non c'è una pregiudiziale contro la discussione sulle riforme ma il focus è la manovra".
Convinto che "Meloni si farà male" con il referendum è anche Carlo Calenda. Il leader di Azione giudica il premierato così come disegnato dal governo meloni "pericolosissimo" perché, dice, "se ci fosse stato il premierato avremmo avuto cinque anni con Di Maio a palazzo Chigi". Nonostante questo, il segretario di Azione si dice pronto a fare "una proposta al governo, siamo disponibili a discuterne perché è inutile continuare a litigare come bambini e basta".