AGI - Renato Soru, che ha lanciato la ricandidatura alla presidenza della Regione Sardegna alle elezioni del 2024, prepara da giorni una grande assemblea pubblica, preannunciata sulla sua pagina Fb, in programma sabato 11 novembre alle 17 a Cagliari al Teatro Doglio. Con lui, per quella che l'ex presidente della Regione e fondatore di Tiscali ha chiamato 'La rivoluzione gentile', ci saranno Progressisti dell'ex sindaco di Cagliari, Massimo Zedda (proposto per la ricandidatura in Comune la prossima primavera), gli indipendentisti di Liberu e +Europa, che ieri hanno disertato la riunione del cosiddetto 'Campo largo' in cui Pd, M5S, Alleanza rosso verde e altri partiti e associazioni del centrosinistra hanno annunciato ufficialmente la candidatura della deputata pentastellata Alessandra Todde, vicepresidente del Movimento.
La parlamentare, che oggi a Cagliari terrà la sua prima conferenza stampa da candidata, ha già annunciato che vuole incontrare Soru, per scongiurare la spaccatura delle forze di opposizione alla coalizione di centrodestra guidata da Christian Solinas e, quindi, il rischio di perdere le elezioni. "Una grande assemblea, l'avvio di un percorso comune aperto a tutte e a tutti, per condividere un'idea di futuro nel segno della partecipazione democratica", la chiama Liberu. "Sara' il primo passo di un lungo cammino, un percorso per ricostruire la massima unita', aperto a tutti i contributi, a tutte le idee e le energie utili e necessarie per costruire insieme un governo democratico per la Regione. Un progetto pensato in Sardegna, che abbia a cuore la Sardegna, capace di affrontare le emergenze di oggi e dare l'avvio alla vera rinascita della Sardegna".
"La Sardegna è a un bivio", scrive Soru. "Davanti alle numerose emergenze dei territori che si svuotano, della povertà che cresce, dei servizi essenziali sempre più disattesi, davanti a un mondo che cambia velocemente spinto da tecnologie di rottura, nuovi modelli produttivi, nuove fonti di energia, nuove sensibilità, essa appare persa e muta".
"L'idea di futuro, le aspirazioni comuni, il dibattito pubblico, le scelte da compiere, tutto appare messo da parte, sostituito da visioni ristrette e di breve periodo, o peggio dalla protervia irragionevole di piccoli gruppi legati dalle loro ambizioni personali", sostiene Soru, al quale dice di essersi riavvicinato anche l'ex assessore regionale Paolo Maninchedda, fondatore del Partito dei sardi.
"In tanti crediamo ci sia bisogno di un cambiamento profondo, di pensarci in modo diverso, di vincere il vittimismo e rassegnazione, di ritrovarci nella partecipazione democratica, immaginare una Sardegna ricca e consapevole, di modernizzare e semplificare la pubblica amministrazione e assicurarne i servizi, di creare i presupposti per nuove e migliori occasioni di lavoro, di avere cura di tutti i bisogni, nessuno escluso, di una rivoluzione gentile".