AGI - Mario Draghi prevede per la Ue: "è quasi sicuro che avremo una recessione entro la fine dell'anno. È abbastanza chiaro che i primi due trimestri del prossimo anno lo dimostreranno".
In una conferenza del 'Financial Times', Draghi afferma: "O l'Europa agisce insieme e diventa un'unione più profonda, un'unione capace di esprimere una politica estera e una politica di difesa, oltre a tutte le politiche economiche oppure temo che l'Unione Europea non sopravviverà se non come mercato unico".
Draghi è stato incaricato dalla Commissione Europea di preparare un rapporto su come la Ue possa affrontare l'erosione della competitività globale, in particolare rispetto a Stati Uniti e Cina, che hanno investito molto nel sostenere la transizione verde delle loro economie.
"Dovremmo preoccuparci molto di questo", dice Draghi. "L'economia europea ha perso competitività negli ultimi 20 e più anni, rispetto non solo agli Stati Uniti ma anche al Giappone, alla Corea del Sud e, ovviamente, alla Cina".
"In molte, molte aree tecnologiche, campi tecnologici, abbiamo perso presenza, abbiamo perso impronta". Ciò è avvenuto, prosegue Draghi, quando il modello passato della Ue, che faceva ampio affidamento sugli Stati Uniti per la difesa, sulla Cina per il commercio e sulla Russia per l'energia, è finito. "Il modello geopolitico ed economico su cui poggiava l'Europa dalla fine della seconda guerra mondiale è scomparso".
L'ex primo ministro italiano ha individuato come punti deboli la bassa produttività dell'Europa, gli alti costi energetici e la mancanza di manodopera qualificata. "Per avere un'economia in grado di sostenere una società che invecchia al ritmo che abbiamo in Europa, dobbiamo avere una produttività molto più elevata", ha affermato.
"Il punto in cui dobbiamo agire insieme è l'energia. Non andremo da nessuna parte pagando l'energia due o tre volte quello che costa in altre parti del mondo". Draghi, che ha lasciato la BCE quattro anni fa, si aspetta una contrazione della produzione nella regione nei prossimi trimestri. "è quasi sicuro che avremo una recessione entro la fine dell'anno", dice.
"È abbastanza chiaro che i primi due trimestri del prossimo anno lo dimostreranno". Sebbene Draghi abbia affermato che la recessione difficilmente sarà "profonda" o "destabilizzante", la sua valutazione è stata più pessimistica rispetto alle recenti previsioni della BCE e del FMI, che prevedono entrambi un rimbalzo della crescita europea a partire dagli ultimi mesi di quest'anno.
Draghi ha affermato che l'impatto della prevista recessione sull'economia europea sarà probabilmente attenuato dal livello relativamente basso di disoccupazione, che è leggermente aumentato a settembre dopo aver toccato il minimo storico del 6,4% all'inizio di quest'anno.
"Il punto di partenza di questa recessione è piuttosto elevato: non abbiamo mai avuto una disoccupazione così bassa", ha affermato. "Quindi potremmo avere una recessione, ma forse non sarà destabilizzante".