AGI - "Prima di tutto il contesto: sappiamo la priorità attribuita all'Africa dal governo Meloni, è un impegno che si traduce in un enorme sforzo, portato avanti ovviamente soprattutto dall'ufficio del consigliere diplomatico, ci crediamo perchè pensiamo che sia urgente affrontare insieme le tante sfide e le opportunità che vengono dall'Africa: l'immigrazione, l'energia, il cambiamento climatico, la sicurezza e l'instabilità. Sono tutti temi che si intrecciano. E quindi lì si inserisce una telefonata con un esponente significativo come il presidente della commissione dell'Unione africana".
In una intervista a Libero, a spiegare il contesto della 'telefonata fake' alla premier Giorgia Meloni, su iniziativa di due comici russi, uno dei quali si è presentato come il presidente della commissione dell'Unione africana, è Francesco Talò, ex consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, che ha rassegnato le dimissioni dopo questo 'incidente'.
Era una telefonata programmata? "L'interlocutore era interessante. Abbiamo ricevuto una mail proveniente da un indirizzo plausibile quindi si è svolta la telefonata con i suoi normali preparativi. Nella conversazione il presidente del Consiglio ha dimostrato una perfetta coerenza tra il suo pensiero ben conosciuto e le cose che ha detto".
"Questo è l'episodio, è adesso evidente che la gestione dell'episodio avrebbe potuto essere migliore, perchè altrimenti non saremmo caduti nell'inganno - ammette Talò -. Un inganno che ci accomuna a tanti leader illustri. Non deve succedere, ma è successo. Per questo io ho ritenuto giusto assumermi la responsabilità per non aver effettuato quelle verifiche supplementari che sarebbero state opportune, sia pure in un contesto di grande impegno, di sovraccarico di lavoro del mio ufficio, di plausibilita' del messaggio ricevuto".
"La vicenda ha suscitato uno scalpore - prosgeue Talò - che credo non si sia verificato in casi analoghi altrove, così ho ritenuto di dover rassegnare le mie dimissioni, anche perchè spero che questo possa contribuire a continuare quel percorso avviato con il presidente del Consiglio che ha portato tanti importanti successi alla politica estera italiana in questo scorso anno, risultati che sono riconosciuti dall'opinione pubblica e soprattutto nel mondo".
"Meloni - sottolinea Talò - è diventata rapidamente una protagonista nella scena politica europea e internazionale, grazie alla sua competenza, capacità di interloquire con i leader mondiali, grazie all'impegno profuso insieme intorno a alcune linee di azione su tutti i principali temi dell'attualità internazionale. Abbiamo avuto sfide senza precedenti che si sono accumulate l'una con l'altra, un intreccio davvero terribile, a partire dalla guerra in Ucraina e ora al conflitto in Medioriente".
Ha scelto quindi le dimissioni per aiutare tutti a superare questa fase? "E' una questione di coerenza,è il mio modo di essere, io credo sia sempre opportuno assumersi le proprie responsabilità. Capisco che non sia molto comune, ma il mio modo di essere".
L'ambasciatore Talò, poi, aggiunge: "Sappiamo che c'è un'attenzione della Russia nei confronti dei Paesi occidentali, soprattutto su una nazione come l'Italia che è impegnata con coerenza, con un ruolo importante, a fianco dell'Ucraina nella resistenza all'aggressione. E' una cosa di cui non ci si può sorprendere, dobbiamo quindi continuare coerentemente con questo impegno".
"Corrisponde ai nostri valori e interessi - spiega ancora -, è la politica che abbiamo portato avanti, lo ha detto chiaramente Meloni in quella telefonata e corrisponde alle mie convinzioni profonde. E' una sfida quotidiana, non si è mai attrezzati alla perfezione, la perfezione non esiste, questo ci deve indurre a sforzarci sempre di più".
"Siamo consapevoli, è un tema discusso ampiamente nella Nato, nell'Unione europea e in Italia, dobbiamo avere gli occhi aperti e convincerci delle nostre opinioni, per capire come possono essere a rischio di disinformazione e distorsione della verità. E non oso pensare a cosa potrebbe succedere un giorno con l'applicazione dell'intelligenza artificiale, che può portare al rischio supremo", conclude Talò.